Federdistribuzione a Coldiretti: "calunnie e parole in libertà"
Federdistribuzione a Coldiretti: "calunnie e parole in libertà"
Federdistribuzione risponde a Coldiretti dopo che la cosiddetta “Operazione Verità” della stessa Coldiretti ha visto decine di migliaia di allevatori invadere supermercati e ipermercati di tutta la Penisola e manifestare davanti Montecitorio, per l’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta e la richiesta di distinguere sugli scaffali il vero prodotto italiano da quello falso. “Sugli scaffali della GDO il prodotto italiano di qualità è sempre stato presente e sempre lo sarà. E ciò vale soprattutto per i prodotti freschi e quelli locali, dando in questo modo spazio alle imprese agricole del territorio che trovano nella GDO un importante canale di vendita e quindi di sviluppo”. Lo afferma in una nota Federdistribuzione rispondendo a quelle che definisce “le calunnie” della Coldiretti. Federdistribuzione afferma di essere “disponibile al dialogo, se orientato ad un progetto di medio-lungo termine che porti benefici agli agricoltori e a tutti gli altri attori della filiera, in primo luogo i consumatori”, ma chiede “una seria analisi di come introdurre maggiore produttività nel sistema agricolo italiano, peraltro sostenuto da ingenti sovvenzioni europee e nazionali, per portarlo ai livelli di competitività di quelli esteri, che sempre più spesso si presentano come valide alternative”. “E’ infatti importante capire - sottolinea Federdistribuzione - che il prodotto italiano si deve meritare la scelta dei consumatori sulla base di un ottimo rapporto qualita'/prezzo. La GDO ha bisogno, per poter migliorare ulteriormente la sua azione di tutela del potere d'acquisto del consumatore, di avere una filiera italiana efficiente”. “Coldiretti - precisa Federdistribuzione - non può continuare a nascondere le inefficienze del sistema agroalimentare italiano dietro ad accuse ripetute nei confronti della GDO. Un settore verso il quale Coldiretti si propone inoltre di fare concorrenza sleale attraverso la vendita diretta di prodotti da parte dei coltivatori, che non assicurano il rispetto delle procedure amministrative e fiscali a cui sono soggetti gli altri negozianti”.