Federdistribuzione in campo contro il caro prezzi

Federdistribuzione in campo contro il caro prezzi

Iniziativa dell'associazione che raggruppa la Gdo in Italia. Le insegne che aderiscono s'impegnano ad inserire in ogni promozione, a partire dal 2 maggio e per tutto il 2008, almeno una referenza tra le categorie di prodotto più acquistate dalle famiglie.

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7 aprile 2008
Federdistribuzione in campo contro il caro prezzi

Federdistribuzione in campo contro il caro prezzi

 

Federdistribuzione ha presentato questa mattina la propria iniziativa contro il caro prezzi, problema nazionale che sta erodendo sempre più la capacità di spesa dei cittadini. L’associazione, che raggruppa la Grande Distribuzione Organizzata in Italia, ha posto al centro della sua azione il ruolo fondamentale che hanno le promozioni nelle scelte d’acquisto dei consumatori, l’unico vero strumento per la salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie, e che permette al consumatore di fare acquisti con uno sconto medio che può oscillare tra il 10 e il 40% rispetto al prezzo normale. Le insegne di Federdistribuzione che aderiscono all’iniziativa s’impegnano ad inserire in ogni promozione, a partire dal 2 maggio e per tutto l’arco del 2008, almeno una referenza tra le categorie di prodotto che rappresentano le principali voci di spesa delle famiglie e sono quelle più colpite dal rialzo dei prezzi. L’iniziativa coinvolgerà complessivamente oltre 13.000 punti vendita in tutta Italia, coprendo tutte le regioni, e sarà segnalata ai consumatori attraverso una adeguata comunicazione all’interno dei punti vendita. Complessivamente le categorie di prodotto coinvolte sono responsabili del 30% degli acquisti alimentari effettuati in un supermercato. Nel dettaglio sono: Merendine; Biscotti frollini; Latte UHT; Yogurt; Caffè; Pasta di semola; Pasta all’uovo; Riso; Pomodori passati, polpa o pelati; Formaggi; Salumi; Olio extravergine d’oliva; Acqua minerale; Bevande gassate/non gassate; Vino; Detersivi polvere o liquidi e Carta igienica.

 

Federdistribuzione ha lanciato anche alcune proposte per lo sviluppo del Paese.

 

• Una coraggiosa politica di sviluppo centrata sul terziario, ormai perno strategico per le dinamiche del Paese

• Un’attiva politica dei consumi, così da sostenere la crescita economica attraverso la domanda interna, rendendo il Paese meno soggetto a fattori esogeni e meno“fragile�

• Una politica fiscale che riduca la pressione per imprese e famiglie agendo sia sulle retribuzioni che sulle tasse, recuperando le risorse facendo emergere il sommerso,

combattendo l’evasione e rendendo più efficiente la pubblica amministrazione

• Una spinta al processo di liberalizzazione dei mercati, scelte efficienti (a bassocosto) per ammodernamento dei settori, recupero di competitività, anche

internazionale, e tutela del potere d’acquisto dei consumatori

• Una riforma del mondo del lavoro che introduca più produttività e flessibilità,

attuando una politica di tutela della persona piuttosto che del posto di lavoro ad

ogni costo

• Una politica di investimento nelle risorse umane, attraverso un sistema scolastico ed educativo che premi il merito e consenta di valorizzare competenza e

professionalità. Al tempo stesso le regioni dovrebbero meglio coordinare l’azione tra di loro e con lo stato centrale, ad esempio favorendo le liberalizzazioni e non frenandole, perseguendo una modernizzazione del commercio che favorisca l’efficienza del settore e la concorrenza tra imprese, poiché ad averne vantaggi sarebbero i consumatori e l’intero sistema di imprese: più aperture domenicali, libertà promozionale, programmazione commerciale e urbanistica basata su criteri qualitativi e non quantitativi. L’Ufficio studi e ricerche socio-economiche di Federdistribuzione ha illustrato i dati relativi agli aumenti delle materie prime sui mercati nazionali e internazionali (in un anno grano duro +170%, latte alla stalla +28%) e presentato gli ultimi numeri che confrontano gli aumenti dei listini che le Aziende distributive ricevono dai fornitori con i prezzi di vendita che applicano ai clienti. Nell’arco del 2007 nei prodotti confezionati a fronte di listini aumentati del 5,0% la GDO ha

praticato aumenti prezzi pari ad un +1,2%, mentre nei primi mesi del 2008 i listini sono aumentati del 5,5% e i prezzi alla vendita solo del 3,4%. Anomalo anche il numero di listini ricevuti dai distributori con richieste di aumenti, segnale di una tensione diffusa in tutta la filiera: per le categorie più esposte agli incrementi delle materie prime anche 3 aumenti di listino tra giugno 2007 e marzo 2008. Complessivamente, tra tutte le categorie di prodotto e tutti i fornitori, un numero di aumenti richiesti almeno del 30% superiore rispetto al normale.

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