Federdistribuzione: No alla riduzione delle aperture domenicali in Piemonte"

Federdistribuzione: No alla riduzione delle aperture domenicali in Piemonte"

"Non possiamo che essere molto preoccupati per i propositi espressi dall'assessore Casoni sulla nuova legge regionale". "Aprire un tavolo per valorizzare i centri urbani".

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16 luglio 2010
“Non possiamo che essere molto preoccupati per i propositi espressi dall’assessore Casoni sulla nuova legge regionale, che por

“Non possiamo che essere molto preoccupati per i propositi espressi dall’assessore Casoni sulla nuova legge regionale, che porterebbe ad una drastica riduzione delle aperture festive degli esercizi commerciali in Piemonte. Se davvero si vuole lavorare per valorizzare i centri urbani e salvaguardare il dettaglio di prossimità la strada non è quella di penalizzare la Distribuzione Moderna Organizzata, ma quella di avviare un grande progetto di ammodernamento del commercio, promuovendone una maggiore aderenza ai nuovi bisogni dei consumatori attraverso idee che guardino al futuro con innovazione e spirito di cambiamento. Federdistribuzione propone quindi l’apertura di un tavolo con questi obiettivi, insieme alle istituzioni e a tutte le altre parti coinvolte che abbiano a cuore le sorti della Regione”. Questa la posizione di Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata in Italia. “Se invece in Piemonte, come unico provvedimento, per la media e grande distribuzione ci si limitasse a passare dall’attuale regime di aperture domenicali all’applicazione del decreto Bersani – prosegue la nota - dovremmo ipotizzare una diminuzione dell’occupazione di circa 900 unità nel mondo della Distribuzione Moderna Organizzata, alimentare e non alimentare, come conseguenza di una sensibile riduzione del fatturato e dell’attività complessiva del punto vendita. Un dato che non deve passare inosservato e che dovrebbe indurre a qualche riflessione, al pari di quanto accade per i problemi occupazionali di altri settori. Ma non è tutto: una così drastica limitazione delle aperture domenicali e festive costringerebbe molte aziende distributive a congelare i propri investimenti nella regione, magari dirottandoli su altri territori nei quali si possano intravedere maggiori opportunità di sviluppo. Un nuovo elemento di freno alla crescita del sistema regionale si aggiungerebbe quindi a quelli già presenti. “Le aperture domenicali – conclude la nota - non devono essere viste come un fattore di discriminazione tra operatori del commercio, bensì come un servizio che il cittadino richiede, coerente con i nuovi stili di vita e con una gestione del tempo che deve prevedere anche nei giorni festivi la possibilità di fare acquisti nei negozi, così come quella di andare al cinema o a teatro. In un momento di sfiducia e incertezza delle famiglie come quello attuale che si traduce in un calo dei consumi, diminuire le opportunità di acquisto appare una scelta sciagurata, in grado solo di indebolire ulteriormente la domanda e quindi l’intera economia della Regione”.

 

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