Fiducia al Governo sul decreto sicurezza

Fiducia al Governo sul decreto sicurezza

Il Senato ha detto sì (160 a 158) al maxiemendamento che ha raccolto tutte le modifiche concordate nella maggioranza. Scontro con i teodem sull'omofobia, Paola Binetti vota contro l'Esecutivo. Decisivi tutti i senatori a vita ma Andreotti ha detto no.

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6 dicembre 2007
Fiducia al Governo sul decreto sicurezza

Fiducia al Governo sul decreto sicurezza

 

Il Governo Prodi ha superato ieri a Palazzo Madama il ventiquattresimo voto di fiducia della sua travagliata storia ed è stato approvato il decreto sulla sicurezza. Due le votazioni di ieri sera, quella sul maxi emendamento che ha raccolto tutti gli emendamenti concordati nella maggioranza, (tagliando così una sessantina di voti separati), e sul quale è stata posta la fiducia, e il voto finale per licenziare il decreto sulle espulsioni dei cittadini comunitari. In scadenza il 2 gennaio, affronterà ora il passaggio della Camera il 18 dicembre. Nel voto sul filo del rasoio per la fiducia il Governo si è salvato grazie ai senatori a vita con 160 voti favorevoli e 158 contrari, su 319 presenti e 318 votanti. Con gli stessi voti è stato approvato il decreto sulla sicurezza.

Hanno votato sì i tre ex presidenti della Repubblica Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, e Rita Levi Montalcini ed Emilio Colombo.

Giulio Andreotti, che pure aveva annunciato il sì al decreto sulla sicurezza ha votato no L’ultima rischiosa grana scoppiata prima delle votazioni di ieri sera è stato il dissenso dei “teodem� sull’inserimento nel maxi-emendamento di un riferimento al trattato di Amsterdam sulle discriminazioni in base all’orientamento sessuale. Motivo della battaglia ingaggiata nella maggioranza dai quattro senatori cattolici ex Margherita, e dall’Udeur, la preoccupazione che la norma che riconosce il reato di omofobia e prevede il carcere potrebbe aprire la strada ad altri riconoscimenti dei diritti degli omosessuali. I ministri Clemente Mastella e Vannino Chiti hanno lavorato a lungo per una mediazione con i teodem Paola Binetti, Emanuela Baio, Luigi Bobba e Lorenzo Ria. Alla fine solo Paola Binetti ha votato contro il Governo. Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, aveva minacciato di dimettersi nel caso il decreto non fosse stato approvato.

L’autorizzazione alla fiducia era stata data in mattinata  da un Consiglio dei ministri lampo presieduto dal guardasigilli Clemente Mastella. Quando il ministro Vannino Chiti l’ha annunciato in Aula il centrodestra è insorto contro un governo “fallito�, “inconsistente�, costretto a  fare questa scelta “per le sue divisioni interne�.

 

 

 

 

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