FIGISC: "A BERSANI NON SEMBRANO INTERESSARE LE NOSTRE RAGIONI"

FIGISC: "A BERSANI NON SEMBRANO INTERESSARE LE NOSTRE RAGIONI"

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8 agosto 2007
Figisc: “Bersani tira la volata alla grande distribuzione�

Figisc: “a Bersani non sembrano interessare le nostre ragioni�

 

“Un grande chiasso mediatico, con qualche ragione e molti elementi di evidente strumentalità�. E’ il commento del presidente nazionale della Figisc Confcommercio, Luca Squeri, sul dibattito attorno al prezzo dei carburanti.

“Un esempio di luogo comune errato usato strumentalmente?�, chiede Squeri. “La voce che i prezzi aumentano perché in agosto il consumo è maggiore e questo diventa un cliché mediatico per dare spazio al ministro Bersani che convoca i petrolieri, quando i numeri dicono che agosto non è per nulla il mese in cui i consumi sono maggiori�.

Il presidente della Figisc non risparmia critiche neppure alle aziende petrolifere: “certo che hanno fatto di tutto per attirarsi la pubblica disistima. Lo fecero anche dopo il Natale 2006 â€" e si dette la stura all’inchiesta Antitrust, alle deregolamentazioni di Bersani e quant’altro ancora - e si sono ripetute adesso, nel farsi impallinare da Bersani che non vedeva l’ora di avere uno spot propagandistico così efficaceâ€�.

Entrando nel vivo delle tematiche del settore, Squeri precisa: “si sta molto enfatizzando il problema dello ‘stacco’ del prezzo industriale italiano rispetto a quello di altri Paesi europei, ma vanno sottolineate almeno due scorrettezze nell’approccio a questo temaâ€�. In primo luogo, “il campione di rilevazione dei prezzi è obsoleto, nato nel 2000 quando non c’era ancora la rincorsa diffusa agli sconti di 4,5 e a volte addirittura 6 centesimi sui prezzi alla pompa, quelle veri, praticati non quelli nominali di listino. In Italia metà dei consumi sono approvvigionati per scelta del consumatore nella modalità del ‘servito’, opportunità che in altri Paesi â€" con cui vengono confrontati i prezzi â€" non c’è; nei Paesi a grande diffusione della vendita di carburanti dei supermercati, il vero prezzo, non quello nominale, è spalmato sulla pluralità degli articoli messi in vendita dalla grande distribuzione. Tutti elementi per considerare inattendibile il valore che viene comunemente attribuito al famoso stacco del prezzo industrialeâ€�. In secondo luogo “la rete italiana è capillare, è ‘sotto casa’, e ciò costituisce un valore aggiunto, un servizio, che ha un costo. Un recente studio di Nomisma Energia ci spiega che se azzerassimo il delta con l’Europa e, contemporaneamente riducessimo il numero di impianti sullo standard francese od inglese, il consumatore medio avrebbe un danno economico fino a   200 euro all’anno per effetto delle più lunghe percorrenze per rifornirsi. Ma le nostre ragioni al ministro Bersani o ai rappresentanti dei consumatori sembrano non interessareâ€�.

“In questo modo â€" conclude Squeri â€" si rischia di realizzare un duopolio tra la grande distribuzione e le compagnie petrolifere in barba alle reali aspettative degli automobilisti e dei gestoriâ€�.

 

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