Filiera: Confcommercio replica a Coldiretti

Filiera: Confcommercio replica a Coldiretti

"L'affermazione secondo la quale il 60 per cento del valore generato lungo la filiera viene attribuito al commercio è del tutto infondata, dettata probabilmente dalla non perfetta conoscenza della materia e contraria al buon senso"

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16 luglio 2009
Filiera: Confcommercio replica a Coldiretti

Filiera: Confcommercio replica a Coldiretti

 

La Coldiretti torna ad attaccare il mondo del commercio. Commentando i dati istat sull’inflazione a giugno,  Coldiretti ha sottolineato che “l’aumento tendenziale dei prezzi deglialimentari dell'1,9 per cento e' stato quasi quattro volte superiore il valore medio dell'inflazione (+0,5 per cento) a giugno, nonostante nelle campagne i prodotti agricoli si trovino in piena deflazione con un calo del 16 per cento a giugno”.  Un dato che, sempre secondo Coldiretti, “evidenzia l’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi aumentano quindi in media quasi cinque volte. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori”. Tramite il proprio Ufficio Studi, Confcommercio ha subito replicato: “L’affermazione secondo la quale il 60% del valore generato lungo la filiera viene attribuito al commercio – osserva l’Ufficio Studi - è del tutto infondata, dettata probabilmente dalla non perfetta conoscenza della materia e contraria al buon senso”. “La distribuzione sostiene gli oneri per l’elettricità, combustibili, trasporto, imposte indirette e tante altre voci di costo vivo. Infatti, la corretta ripartizione del valore lungo la filiera mostra che l’utile netto degli imprenditori del commercio al dettaglio più ingrosso è di appena 9 centesimi per un euro speso dal consumatore finale. Ad ulteriore conferma che la distribuzione è un settore aperto alla concorrenza, e quindi privo di distorsioni, è sufficiente ricordare che nel 2008 il saldo negativo tra aperture e chiusure degli esercizi commerciali è stato pari a 40mila unità circa. Inoltre, i dati sull’inflazione dovrebbero essere letti con attenzione. I prezzi al consumo dei beni alimentari si stanno riducendo in assoluto, visto che a giugno 2009 il tasso di variazione rispetto a maggio è stato pari a –0,1%. La disinformazione, quindi, non va in vacanza e non favorisce l’auspicata cooperazione tra gli attori di tutte le filiere.

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