Finanziaria: l'Unione vede il 'traguardo'

Finanziaria: l'Unione vede il 'traguardo'

Ancora votazioni a raffica e senza passi falsi per la maggioranza in Senato. Mercoledì notte il voto finale. Il senatore Randazzo risponde 'no' alle offerte di Berlusconi. Tensione tra diniani e Rifondazione comunista.

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12 novembre 2007
Finanziaria: l’Unione 'vede' il traguardo

Finanziaria: l’Unione 'vede' il traguardo

 

Ancora votazioni a raffica e senza passi falsi per la maggioranza in Senato sulla Finanziaria. A questo punto, la sensazione è che non ci sarà bisogno di ricorrere al voto di fiducia, mentre si conferma il voto finale per mercoledì a costo di andare in notturna.

Tuttavia, cresce di giorno in giorno l’attesa per il ‘D-day’. Silvio Berlusconi continua infatti ad evocare il fantasma della spallata, mentre Lamberto Dini ribadisce che fino all’ultimo terrà mani libere e che prima del traguardo ci sono ancora centinaia di voti.

La mattinata di ieri era cominciata con una riunione di maggioranza utile a scogliere buona parte dei nodi, alcuni molto cari proprio ai 'diniani'. Ormai trovata l’intesa sulla questione degli stipendi dei manager pubblici, si attende solo la formulazione dell’emendamento: il taglio sarà graduale. Confermato l’accordo sull’assunzione dei precari della pubblica amministrazione che, è stato deciso, avverrà solo “attraverso procedure selettive di tipo concorsuale�. Alla prova dell'Aula la maggioranza ha superato indenne ogni votazione, il più delle volte con 5-6 voti di scarto, a cui hanno contribuito anche tre senatori a vita (Colombo, Scalfaro e Montalcini).

Ma è fuori dall’emiciclo che l’aria continua a restare tesa. E ancora una volta a creare agitazione sono le voci di 'shopping' di Silvio Berlusconi verso i senatori dell’Unione. Sotto la lente di ingrandimento ci sono quelli eletti all’estero. Questa volta però il nome che circola non è quello del solito senador indipendente Luigi Pallaro, ma quello di Nino Randazzo, eletto nelle liste dell’Ulivo nella circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide. Questa volta, però, non di sole voci si tratta. Il corteggiamento è vero e a testimoniarlo c’è la lettera con cui nero su bianco Randazzo ha risposto 'no, grazie'. Lettera datata 10 novembre, che è stata preceduta da un incontro faccia a faccia, avvenuto il primo novembre. Il senatore dell’Ulivo declina l’invito per una scelta di “fedeltà� al mandato ricevuto dagli elettori.

Ma in attesa del voto di mercoledì si guarda anche a sinistra della coalizione e soprattutto ai due 'dissidenti': Ferdinando Rossi fa sapere di essere più propenso verso il sì che verso il no, mentre Franco Turigliatto non ha intenzione di dare il suo voto a questa Finanziaria: potrebbe però decidere di non partecipare al voto. L’Unione punta comunque almeno a quota 160: 157 senatori eletti e i tre senatori a vita che finora non sono mai mancati: Colombo, Scalfaro e Montalcini. Ma non è escluso che, vista l’importanza del voto, possa tornare a farsi vedere in Aula Carlo Azeglio Ciampi.

 

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