Fini: "Contro la mafia con la forza degli esempi"

Fini: "Contro la mafia con la forza degli esempi"

Il presidente della Camera a Pescara per il Premio Borsellino: "l'indifferenza può uccidere più del tritolo. Le istituzioni devono mostrarsi attentei alle esigenze dei commercianti e dei cittadini".

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6 novembre 2009
“Voglio invitare con tutta la forza di cui sono capace le istituzioni, e quindi tutta la politica, ad essere nei confronti del

“Voglio invitare con tutta la forza di cui sono capace le istituzioni, e quindi tutta la politica, ad essere nei confronti della criminalità organizzata e delle mafie come un tempo si diceva avrebbe dovuto essere la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto”. Questo l’appello lanciato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando nel corso del Premio Borsellino, a Pescara. “L’invito – ha detto Fini - vale anche quando c’è il più piccolo sospetto, e in alcuni casi non solo sospetti ma pagine e pagine di sentenze passate in giudicato, che c’è qualcosa di più della contiguità, della collusione della compiacenza, quando nel più piccolo Comune come al più alto livello, chi rappresenta le istituzioni, la politica, non sente il dovere di dire alto e forte io non voglio quei voti se in qualche modo derivano da attività di tipo criminale. Se c'e la forza di dire io quel signore non lo voglio candidato perché magari è portatore di interessi che non hanno niente a che vedere con gli interessi generali della collettività, se non c'e' questo scatto, se non c'e' questo esempio quotidiano da parte delle istituzioni, delle volontà per onorare i martiri di tagliare nettamente ogni tipo di collusione, contiguità e di sospetto, rimarrà sempre nell’animo dei ragazzi l'impressione che siano parole per tacitare le coscienze”. Per Gianfranco Fini la lotta alla mafia “si vince con la forza degli esempi, e ognuno deve fare quel che può”. La politica può fare molto, “a condizione che sia una politica con la 'p' maiuscola, fatta di servizio, di etica della responsabilità, di idealità. Se la politica torna ad essere tutto ciò, torna ad essere antidoto a quella mentalità, a quella cultura, di tipo paramafioso, che a volte c'e' nella società e che non necessariamente si traduce in un'infrazione del codice penale”. Fini ha poi chiesto “più uomini e più risorse per le donne e uomini che sono in prima linea contro la mafia”. “Se si vuole ricordare Borsellino bisogna dire grazie - ha spiegato Fini - alla magistratura, alle forze di polizia e a coloro che sono in prima linea anche a rischio della vita. Ma non e' che si ringraziano con le parole”. Secondo il presidente della camere, inoltre, la lotta alle mafie si fa attraverso una forte azione di contrasto ma anche mostrando da parte delle istituzioni concreta vicinanza e solidarietà alle vittime delle intimidazioni mafiose, ai commercianti ai quali viene chiesto di pagare il pizzo, ai cittadini che vengono intimiditi dai boss”. “A volte - ha aggiunto Fini - l'indifferenza uccide più del tritolo o di una calibro 9. Chi ha dimestichezza con i fenomeni mafiosi criminali soprattutto in alcune aree del Paese sa che se le istituzioni vogliono sollevare la resistenza morale della società e incentivare la collaborazione degli onesti non devono limitarsi alle buone intenzioni e nemmeno al varo di leggi di grande rilievo. Devono mostrarsi attenti alle esigenze dei commercianti e dei cittadini”.

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