Fisco: "avvio della riforma nel 2010"

Fisco: "avvio della riforma nel 2010"

Berlusconi detta i tempi: prima la riforma e la semplificazione della macchina fiscale, poi non necessariamente nell'anno in corso i tagli alle tasse con la revisione delle aliquote. Epifani: "aprire un confronto stringente".

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11 gennaio 2009
Prima si incardina la riforma e la semplificazione della macchina fiscale, poi per gradi e non necessariamente nell’anno in co

Prima si incardina la riforma e la semplificazione della macchina fiscale, poi per gradi e non necessariamente nell’anno in corso arriveranno i tagli alle tasse con la revisione delle aliquote. Un progetto cioè che, come da programma elettorale del centrodestra, troverà il suo compimento entro fine legislatura partendo dall’ipotesi delle due sole aliquote: 23 e 33%. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a Roma dopo quasi un mese di stop forzato ed è ripartito dal Fisco: ha fissato l’agenda ma ha spiegato che quest’anno sarà difficile che arrivino tagli fiscali. Sul tema incalza anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che chiede un intervento “più incisivo” sui redditi bassi, e prendono la parola molti i leader dell’opposizione. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, si dice pronto ad aprire il confronto, “ma - sottolinea - basta con gli annunci”.

Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani,  ha inviato una lettera al presidente del Consiglio in cui chiede di aprire “un confronto stringente” sulla riforma fiscale e di dare un altrettanto “rapido segnale” di “riduzione della pressione fiscale sui lavoratori dipendenti ed i pensionati”. Secondo il segretario della Uil, Luigi Angeletti invece: “il problema delle aliquote è assolutamente secondario. Le dichiarazioni dei redditi dicono che i ricchi non ci sono. Quindi prima bisogna combattere l’evasione fiscale”. Per Raffaele Bonanni della Cisl bisogna invece “abbassare e ridurre di numero aliquote attuali sui redditi da bassi a medi e medio-alti, creandone una più alta e divaricata, per i redditi sopra i 200mila euro, come hanno fatto in Francia”.

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