FMI: "ITALIA IN CRESCITA OLTRE LE PREVISIONI"

FMI: "ITALIA IN CRESCITA OLTRE LE PREVISIONI"

Il Fondo monetario internazionale prevede che il Pil crescerà di circa l'1,5 per cento nel 2007. "La Finanziaria dovrebbe raggiungere l'obiettivo di portare il deficit sotto la soglia del 3 per cento del Pil".

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16 febbraio 2007
Fmi: “crescita Italia oltre le previsioni�

Fmi: “crescita Italia oltre le previsioni�

 

L’economia italiana crescerà quest’anno “intorno all’1,5%�. E’ questa la previsione del Fondo monetario internazionale contenuta nella Public Information Notice. Il documento che era già stato anticipato in bozza quindici giorni fa indicava un dato secco dell'1,4%. Sempre secondo il Fondo Monetario, il rapporto deficit/pil italiano nel 2006 si è attestato ben al di sotto dell'obiettivo del 3,5%. La Finanziaria 2007, secondo gli economisti di Washington, “porterà il rapporto sotto il 3%�, con una stima fissata al 2,7%. Il debito pubblico, dopo gli incrementi del 2005 e 2006, dovrebbe tornare a stabilizzarsi intorno al 107%, con una previsione del 106,9%. Sulla base dei dati previsionali elaborati, l’Fmi si appresta quindi a rivedere le stime sulla crescita italiana. “Il nostro Staff Report - ha dichiarato Masood Ahmed, direttore delle relazioni esterne dell'Fmi - prevedeva una crescita per l’Italia dell’1,7% per il 2006 e dell’1,4% per il 2007, ma il quarto trimestre del 2006 più robusto del previsto ci suggerisce che queste stime sono ora troppo prudenti. Stiamo quindi rivedendo le nostre previsioni�. Tra i fattori che hanno determinato questi risultati, il Fondo Monetario ha indicato la legge Biagi e il forte aumento dell'occupazione prodotto da essa. Per questo, indica l''Fmi, è necessario "salvaguardare ed estendere" la riforma Biagi e non tornare indietro disperdendo i progressi compiuti. In questo senso, la ricetta indicata dal Fondo Monetario è quella della creazione di "un'adeguata rete di protezione" (attraverso un sussidio di disoccupazione capace di mitigare gli effetti della flessibilità occupazionale) piuttosto che l'adozione di misure che tendano a ridurre il fenomeno della precarizzazione.

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