Furti e rapine "incubi" dei commercianti

Furti e rapine "incubi" dei commercianti

Presentato, il secondo rapporto Confcommercio-Eurisko su sicurezza e criminalità. La situazione della sicurezza, nel suo complesso, viene percepita come "stazionaria", con solo un 31 per cento degli esercenti che si sente più insicuro.

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18 luglio 2008
Sicurezza e criminalità: furti e rapine “incubo” dei commercianti

Sicurezza e criminalità: furti e rapine “incubo” dei commercianti

 

Presentato a Roma, alla presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni e del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il secondo rapporto Confcommercio-Eurisko su sicurezza e criminalità. Sono i furti e le rapine i reati che mettono più in allarme il mondo del commercio mentre la situazione della sicurezza, nel suo complesso, viene percepita come “stazionaria”, con solo un 31% degli esercenti che si sente più insicuro rispetto ad un 4% che intravede, addirittura, segnali di miglioramento. La maggioranza, invece, (il 62%) dichiara che i livelli di sicurezza in generale per la propria impresa, tra il 2006 ed il 2007, sono rimasti uguali. L’indagine, che si e' proposta essenzialmente di verificare i cambiamenti nei livelli di sicurezza percepiti tra il 2006 ed il 2007, e' stata svolta nei mesi marzo e aprile di quest'anno attraverso un questionario inviato ad oltre 50 mila imprese associate a Confcommercio. Per quel che riguarda i dati territoriali, c’è un ottimismo più diffuso tra i commercianti del Nord Ovest e del Sud rispetto a quelli del Centro Italia. Secondo l’indagine sono le grandi città ad essere le più esposte per i commercianti al rischio dell’azione della malavita con una incidenza di furti o rapine che raggiunge il 21% in quelle del Nord Italia ed addirittura il 26% in quelle del Centro-Sud. In particolare, il 6% dichiara di aver subito furti, rapine od estorsioni con danni alle persone addette all'impresa. Il 54% degli intervistati che ha subito un atto di violenza criminale (50 mila imprese associate a Confcommercio) ha dichiarato, poi, di aver impiegato molto tempo per risolvere pratiche o attività varie legate ad episodi criminosi, con una media di 7 giorni lavorativi persi per questo tipo di incombenze. In linea con quanto già rilevato nell'indagine dello scorso anno, l'usura risulta nel corso dello scorso anno aver coinvolto il 2% dei commercianti con punte dell'8% per le imprese commerciali del Centro-Sud. Commentando i dati della ricerca, il presidente Sangalli ha sottolineato che  “a distanza di un anno scopriamo che l’atteggiamento degli imprenditori del terziario sul questo tema non è sostanzialmente cambiato, ma è cambiato sicuramente il contesto nell’ambito del quale vanno interpretati i dati”. “Perché – ha sottolineato Sangalli - in un contesto economico in cui si parla ormai di crescita zero, con una crisi dei consumi a livelli da codice rosso, un’inflazione in piena corsa, lo stato di salute delle imprese è tale da non poter sopportare ulteriori costanti, e crescenti attacchi al normale svolgimento dell’attività d’impresa”.

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