Conti pubblici: l'Italia tratta con la Ue. Gentiloni: "No a una manovra depressiva"

Conti pubblici: l'Italia tratta con la Ue. Gentiloni: "No a una manovra depressiva"

Il dialogo tra Roma e Bruxelles è sempre aperto ma, per ora, non tocca la Legge di Stabilità per il 2018. L'impianto di spesa per l'anno prossimo non può prescindere dalle tappe in arrivo nelle prossime settimane: la manovra correttiva, il Def, il piano di riforme. Gentiloni ha ribadito l'impegno alla correzione dello 0,2%.

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29 marzo 2017

Il dialogo tra Roma e Bruxelles è sempre aperto ma, per ora, non tocca la legge di stabilità per il 2018. E' prematuro per la Commissione europea parlarne adesso, visto che tutto l'impianto di spesa per l'anno prossimo non può prescindere dalle tappe in arrivo nelle prossime settimane: la manovra correttiva, il Def, il piano di riforme. Il premier Paolo Gentiloni ha ribadito l'impegno alla correzione dello 0,2%, che sia allo stesso tempo "di sostegno alla crescita", che quindi conterranno misure "di incoraggiamento" come il fondo "da oltre 1 miliardo all'anno per i prossimi 3 anni per la ricostruzione delle aree colpite da terremoto". Dalla Commissione invitano a non fare fughe in avanti. "Facciamo un passo alla volta", spiegano, perché ancora si aspetta di valutare "le misure aggiuntive da 0,2% per il 2017", per poterle incorporare nelle previsioni economiche di inizio maggio e rimettere - è l'auspicio - l'Italia tra i Paesi che rispettano le regole almeno in modo sufficiente ('broadly complient' è la definizione del Patto). Inoltre, Bruxelles aspetta di conoscere le nuove proiezioni del deficit contenute nel Def ("dovrebbe fissare un piano di aggiustamento in linea con i requisiti applicabili", spiegano i portavoce), e infine un programma nazionale di riforme "ambizioso". I due documenti devono arrivare entro metà aprile, per la manovra c'è tempo fino alla fine del mese. Solo allora potrà partire il dialogo sul 2018, anno difficile per l'Italia perché ci saranno da disinnescare le clausole di salvaguardia e fare un aggiustamento strutturale maggiore degli anni precedenti: in base alle regole della 'Matrice' della flessibilità, in "tempi normali", cioè con un output gap compreso tra -1,5 e 1,5, la correzione annuale dei conti deve essere maggiore di 0,5%. Ma è anche vero che, come accaduto negli ultimi anni, Bruxelles potrebbe accontentarsi di uno sforzo entro lo 0,5%, per giudicare la manovra 'sostanzialmente' in linea con le regole. Il che lascia molto margine alla Ue di decidere quando - e in cambio di cosa - lo sforzo si può definire 'sufficiente'. Certamente il Governo aprirà un dialogo anche su questo. Il premier Gentiloni lo lascia già intendere: "Dobbiamo essere certi che sui margini del Patto di stabilità c'è una discussione in corso e non riguarda solo l'Italia. Andrà avanti nei prossimi mesi e noi vi parteciperemo perché la flessibilità non solo è possibile ma anche necessaria in un momento in cui la crescita va incoraggiata". In questa battaglia per rivedere ancora una volta le regole in senso pro-crescita, affinché non deprimano quella pur minima accelerata in vista (il Governo alzerà le stime 2017 all'1,1%), l'Italia potrebbe trovare la sponda di altri Paesi alle prese con la stessa faticosa corsa verso una crescita soddisfacente. Ma anche per questa battaglia all'Ecofin, è ancora presto. Per ora, gli occhi restano puntati sulla manovra correttiva da 3,4 miliardi, che conterà sull'estensione dello split payment e sulla reverse charge, ma che dovrà trovare un'alternativa.

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