GIOIELLIERE UCCIDE RAPINATORI: PROCURA IPOTIZZA LEGITTIMA DIFESA

GIOIELLIERE UCCIDE RAPINATORI: PROCURA IPOTIZZA LEGITTIMA DIFESA

Guido Gianni, 48 anni, ieri sera a Nicolosi (Ct) ha sparato contro tre banditi che avevano fatto irruzione nel suo negozio, uccidendone due e ferendo il terzo. Il commerciante ha spiegato di avere sparato per difendere se stesso e sua moglie.

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19 febbraio 2008
Gioielliere uccide rapinatori: probabile la legittima difesa

Gioielliere uccide rapinatori: probabile la legittima difesa

 

E’ stato interrogato per diverse ore la notte scorsa da carabinieri della compagnia  di Paterno' e dal sostituto procuratore Antonella Barrera il gioielliere Guido Gianni, 48 anni, originario di Torino ma che  da oltre 30 anni vive nel Catanese, che ieri sera a Nicolosi ha sparato contro tre banditi che avevano fatto irruzione nel suo negozio, uccidendone due e ferendo il terzo. Il commerciante, secondo quanto si e' appreso, ha spiegato di  avere sparato durante una colluttazione per difendere se stesso  e sua moglie. Ha ricostruito l'aggressione subita dalla moglie, Maria Angela Distefano, 44 anni, che e' la titolare del negozio,  contro la quale si sarebbero scagliati i tre rapinatori armati  di pistola minacciandola di morte e colpendola ripetutamente al  volto. Ha confermato di avere sparato due colpi di pistola in  aria a scopo intimidatorio ma che i banditi invece di fuggire  hanno assalito pure lui puntandogli una pistola alla gola. Ne è  nata una colluttazione durante la quale il gioielliere ha  esploso diversi colpi di arma da fuoco ferendo i tre rapinatori,  due dei quali in maniera mortale. Il gioielliere, un orafo noto  nella zona per la sua abilita' professionale, ha spiegato di non  avere capito che l'arma degli aggressori fosse giocattolo, era  una copia esatta di una calibro nove a canna lunga, con tanto di  carrello che per un momento e' stato estratto, e senza il  previsto tappo rosso. Le due pistole, quella vera del  gioielliere e quella giocattolo dei banditi, sono state  sequestrate.

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