Giustizia: sono 9 milioni i processi in arretrato

Giustizia: sono 9 milioni i processi in arretrato

Alla Camera relazione annuale del Guardasigilli sull'amministrazione della giustizia. Per il recupero di crediti l'Italia è al 157esimo posto nel mondo, con una durata media per il recupero pari a 1.210 giorni.

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17 gennaio 2012

L'arretrato da smaltire, al 30 giugno 2011, è pari a quasi 9 milioni di processi (5,5 per il civile e 3,4 per il penale), mentre i tempi medi di definizione nel civile sono pari a 7 anni e 3 mesi (2.645 giorni) e nel penale a 4 anni e 9 mesi (1.753 giorni). Lo ha sottolineato il ministro della Giustizia, Paola Severino, svolgendo in Aula alla Camera la relazione annuale sull'amministrazione della giustizia."Il quadro generale - ha detto - è rappresentativo di una situazione che desta forti preoccupazioni", e "nel settore civile l'inefficienza della definizione dell'arretrato ha dato luogo a costose e talvolta paradossali conseguenze". Il Guardasigilli ha sottolineato che l'Italia è seconda solo alla Russia nella classifica per i ricorsi al giudice. Una situazioneche, secondo i dati della Banca d'Italia, costa l'1% del Pil, e che per il recupero di crediti vede l'Italia al 157esimo posto su 183 Paesi, "con una durata media per il recupero pari a 1.210 giorni mentre in Germania ne bastano 394". Dati che mostrano chiaramente "quanto ciò incida negativamente sulle nostre imprese segnando, anche sotto tale aspetto, una divaricazione di efficienza con i migliori
sistemi dei Paesi dell'Unione europea che frena, ineluttabilmente, le possibilità di sviluppo e anche
investimenti stranieri". Dal confronto con il presidente del Consiglio, ha proseguito Severino, è scaturita "la comune convinzione che se si vogliono attrarre capitali in Italia sia necessario garantire certezza ed efficienza alla giustizia, che se si vogliono accrescere le iniziative imprenditoriali italiane e straniere nel nostro Paese è indispensabile assicurare un percorso celere del processo". Secondo il ministro, infine, "per quanto possa apparire paradossale, proprio oggi, in presenza di una drammatica congiuntura economica internazionale, si presenta l'occasione, forse irripetibile, di riformare davvero il sistema giudiziario italiano".

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