Gli interventi di Gelmini, Serracchiani e Treu

Gli interventi di Gelmini, Serracchiani e Treu

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2 dicembre 2014

Nell'ambito del convegno "Mercato del lavoro e Jobs act" si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato politici ed esperti del mercato del lavoro. Al centro del dibattito, inevitabilmente, il Jobs act, a proposito del quale Tiziano Treu, attualmente commissario straordinario dell'Inps, ha sottolineato che "il suo unico difetto è il fatto che arriva un po' in ritardo: doveva arrivare una decina di anni fa. Il vero lavoro comincia adesso, abbiamo perso tanto tempo a discutere di articolo 18, una vera e propria perversione intellettuale". Sul contenuto, Treu ha detto che "flessibilità non vuol dire libertà di licenziare, ma facilità di gestire", e che "serve una distribuzione più realistica, articolata e flessibile degli orari, più adatta al tipo di produzione", mentre "per le politiche attive è più importante l'organizzazione che le applica rispetto alle regole stesse". Per l'ex ministro Mariastella Gelmini, di Forza Italia, "il Jobs act non è così innovativo e riformista come si sente dire, ma è ancora intaccato da pregiudizi ideologici. In ogni caso, ad oggi è impossibile un giudizio puntuale perché il governo ha scelto la strada della maxi delega, scelta legittima ma attendista". "Dobbiamo partire non dalla disputa ideologica, ma dal realismo e dalla concretezza", ha proseguito la Gelmini aggiungendo che "la realtá del mercato del lavoro è fatta di stagionalità, servirebbe un bonus anche per i contratti a tempo determinato di 6 mesi" e che "la riduzione del costo del lavoro è effimera, mentre occorre fare di più per accorciare il tempo di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro". Da parte sua Debora Serracchiani, vicesegretario del Partito Democratico, ha difeso l'operato del governo ricordando che "il mercato del lavoro è ingessato, siamo partiti semplificando l'apprendistato e liberalizzando il contratto a tempo determinato per arrivare al Jobs act, con l'obiettivo di far costare meno il contratto a tempo indeterminato: non vogliamo facilitare i licenziamenti ma le assunzioni". Per la Serracchiani "non si tratta solo di riscrivere il contenitore, ma di mettere anche dentro i contenuti giusti", mentre sull'articolo 18 "abbiamo messo la parola fine a un'incomprensione che si trascinava da tempo: spaventa fuori dal Paese, dobbiamo convincere gli stranieri ad investire. Il Paese si sta attrezzando per ammodernarsi e dare le risposte che mancano".

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