I "NUMERI" DELL'INDAGINE

I "NUMERI" DELL'INDAGINE

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16 ottobre 2007
Convocazione conferenza stampa

I numeri della ricerca

 

La sperimentazione della Confcommercio veneziana ha interessato 44 telelavoratori (in 12 sedi Confcommercio), tra cui 35 donne e 9 uomini. Sono stati coinvolti tutti i profili professionali presenti nelle 12 Associazioni aderenti al progetto, che sono ubicate lungo l’intero territorio provinciale. Anche l’età anagrafica dei 44 beneficiari risulta eterogenea, dal momento che il progetto ha coinvolto tanto neo-assunti quanto lavoratori prossimi all’età pensionabile.

 

QUALI LAVORATORI

Il 79% dei telelavoratori di Confcommercio Unione Venezia è donna; il 21% uomo. La fascia d’età varia fra i 25 e gli oltre 55 anni, la parte del leone la fanno i 35enni come evidenziato dal grafico che segue:

 

 

Si è cercato di prediligere nella selezione dei beneficiari individui che presentassero esigenze di conciliazione della vita professionale con la vita privata. I telelavoratori sono stati distinti in domiciliari, satellitari o mobili, a seconda che effettuassero la propria prestazione di lavoro da casa, presso una sede distaccata rispetto a quella abituale o attraverso una postazione itinerante, e sono stati organizzati corsi di formazione ad hoc. “Sulla base della nostra esperienza â€" spiega la responsabile del Centro Studi di Confcommercio Unione Venezia Noemi Simonini - si è rivelata sostanzialmente infondata la comune credenza che i profili maggiormente confacenti ad un impiego a distanza siano quelli che svolgono mansioni routinarie o non decisionali, come gli addetti al protocollo o i data-entry. Al contrario, solo raramente (e precipuamente nel caso degli sportellisti front-office) si è manifestata una reale incompatibilità delle mansioni lavorative con attività di lavoro remoto svolte a tempo parziale.

Molto spesso sono proprio i profili ritenuti più alti, oppure quelli fortemente itineranti, a trarre dal telelavoro i maggiori benefici, in quanto a casa riescono a conseguire la necessaria concentrazione che talvolta in ufficio risulta impossibile. Per queste ragioni, la sperimentazione ha coinvolto quasi tutti i profili professionali presenti nella struttura, assicurando con questo un ulteriore elemento di innovazione al progetto (grafico seguente).

 

 

 

L’ATTREZZATURA E I COSTI

Attualmente, una postazione di telelavoro tipo, completa e correttamente impostata, dovrebbe prevedere: 1 scrivania (90 euro circa), 1 sedia a 5 razze (60 euro), 1 computer con monitor e stampante (1.000 euro), 1 calcolatrice da tavolo (35 euro), 1 telefono aziendale (50 euro) con relativo traffico di chiamate (360 euro all’anno), collegamento Adsl (costo di gestione 240 euro all’anno), cancelleria (120 euro), 1 lampada da tavolo (30 euro), 1 valigia tecnica porta-documenti (150 euro). Totale: 1.415 euro di attrezzatura e 720 euro di spese gestionali.  Nel computo non sono stati considerati i costi connessi alla consulenza in materia di sicurezza sugli ambienti di lavoro, privacy, normativa sul lavoro, informatica, nonché le spese inerenti al personale coinvolto e di supporto per la stesura e relativa messa in opera del progetto.

Questo perché le diverse attività di telelavoro necessitano di strumenti pratici e dispositivi tecnologici diversificati. Con riferimento ai secondi, sono molte le tecnologie che sono ormai entrate a far parte dell’uso comune, come la telefonia fissa e mobile, il fax, il computer con le sue eventuali componenti hardware e software etc. Ma dal momento che l’Information Technology è in continua evoluzione, già esistono una serie di strumenti in fase di sperimentazione o di prima immissione sul mercato, che probabilmente rappresenteranno i mezzi di cui si avvarranno i telelavoratori del futuro (si pensi al c.d. computer indossabile, al touch phone o all’I-Planet, solo per citarne alcuni).

 

LA DURATA

La sperimentazione vera e propria delle modalità di lavoro a distanza ha avuto una durata di 6 mesi, esattamente dal 22/11/2006 al 21/05/2007. Nel corso di questo semestre sono stati svolti 4 incontri di feed-back di gruppo con i telelavoratori, durante i quali sono stati analizzati e via via affrontati criticità e punti di forza della sperimentazione. Presso l’Unione provinciale, inoltre, è stato svolto per l’intero periodo di riferimento un lavoro continuo di coordinamento delle attività di telelavoro esperite nei vari ambiti del territorio provinciale.

 

LA SODDISFAZIONE

Dall’indagine svolta dal Centro Studi della Confcommercio Unione Provinciale di Venezia risulta che il 50% dei telelavoratori è pienamente soddisfatto; il 18% moltissimo; il 18% molto; il 14% poco. Appare evidente come nessun intervistato fornisca un giudizio realmente negativo circa l’esperienza, intrapresa, mentre l’86% del campione si attesta su posizioni che confermano e spesso oltrepassano la piena soddisfazione rispetto ad essa.

Tra i direttori, il 57% è pienamente soddisfatto; il 43% molto.

I direttori intervistati si dividono quasi equamente tra i pienamente ed i molto soddisfatti: se questa bipartizione non lascia adito a dubbi circa il loro parere di segno positivo, si spiega probabilmente con la maggiore attitudine della direzione a sfuggire dai facili entusiasmi offerti dal periodo sperimentale per poter meglio valutare gli effetti concreti che un’introduzione stabile del telelavoro potrebbe avere sull’organizzazione aziendale.

In ogni caso, il giudizio positivo pronunciato dai direttori assume un valore ancor più significativo se calibrato alla luce degli scetticismi inizialmente avanzati da questa categoria, ed al fatto che (perlomeno in apparenza) il telelavoro sembra garantire maggiori vantaggi ai lavoratori che all’azienda.

 

CRITICITà

La principale criticità dichiarata dai telelavoratori è la mancanza di strumenti (80%); l’isolamento (50%); difficoltà di pianificazione (40%).

Probabilmente, questa posizione così univoca (lavoratori e direttori hanno espresso lo stesso giudizio) risente del fatto che non tutti hanno potuto usufruire dal proprio domicilio di tecnologie piuttosto comuni, come il fax o la stampante. Questo è sicuramente un indicatore di cui si terrà conto in una futura riedizione dell’esperimento.

Un secondo elemento percepito come critico da entrambe le classi di intervistati è costituito dall’isolamento nel quale si trova chi lavora a distanza. A questo proposito, se i telelavoratori lo avvertono come limite in quanto implica rapporti sociali più labili e distacco dai colleghi, i direttori lo considerano fonte di scarso interfaccia col dipendente, con le difficoltà di coordinamento che da questo conseguono.

Estremamente interessante appare poi la concordanza di opinioni circa la sensazione che le persone esterne alla sperimentazione (associati, colleghi, altri dirigenti etc.) percepiscano negativamente l’attività di telelavoro.

Dunque, continua a permanere rispetto alle modalità di lavoro a distanza una sorta di pregiudizio, probabilmente aggravato dal fatto che la persona in telelavoro non è direttamente reperibile per le vie brevi attraverso i canali abituali. Come è stato dimostrato attraverso l’esperienza di Confcommercio Venezia, tale scetticismo diminuisce fino ad esaurirsi conoscendo i dettagli di un’attività di lavoro a distanza, ma inizialmente rappresenta ancora un forte ostacolo che, in molti casi, risulta realmente ostativo per l’adozione delle modalità di lavoro remoto.

 

BENEFICI

Chi telelavora è meno stressato, più produttivo, più concentrato, ha più tempo e risparmia: vantaggi che occupano le prime 5 posizioni nella hit parade dei benefici stilata dai telelavoratori della Confcommercio provinciale veneziana. A dichiarare che in telelavoro si produce di più (in media del 20-30%) è il 69% dei telelavoratori, e il 71% dei direttori.

Conformità sostanziale di opinioni viene manifestata da lavoratori e datori di lavoro anche nel momento in cui viene chiesto loro di qualificare tale aumento di produttività, anche se in questo caso le incidenze percentuali delle risposte variano anche sostanzialmente tra gli uni e gli altri. Potremmo aggiungere, tra i vantaggi, l’abbattimento dei rischi, dei costi e dello stress legati alla pendolarità; inoltre, per ogni telelavoratore c’è un mezzo in meno in meno che inquina; c’è un bisogno inferiore di chiedere permessi perché cresce la vicinanza alla famiglia.

 I telelavoratori infatti sottolineano quale imprescindibile vantaggio la possibilità che il telelavoro offre di conciliare sfera professionale e sfera privata, esigenze lavorative ed esigenze familiari.

Il che vale anche per i direttori, che manifestano una maggiore disponibilità alla flessibilità e un minore ricorso a ferie e permessi.

La combinazione delle variabili conciliazione/soddisfazione/disponibilità, da un lato, e concentrazione/appagamento/produttività, dall’altro, costituisce il cuore della questione dei benefici connessi all’introduzione del telelavoro.

 

ELEMENTI DI ORIGINALITà

Oltre la rilevanza numerica delle adesioni, un importante elemento innovativo del progetto è la varietà dei profili professionali. Normalmente, infatti, si tende a far telelavorare i profili che svolgono lavori routinari, come i data-entry o gli addetti al protocollo. Confcommercio Venezia, al contrario, ha garantito la più ampia varietà di mansioni nella fase sperimentale: dunque, anche direttori, addetti marketing, contabili, centro studi, etc...

Un altro elemento importante che ha distinto questa sperimentazione dalle altre è che, sulla base delle esigenze manifestate dal singolo lavoratore, si è acconsentito non solo al telelavoro domiciliare (cioè da casa), ma anche al telelavoro mobile e satellite: alcuni dipendenti, ad esempio, hanno deciso di telelavorare presso l’ufficio del coniuge, oppure in un’Ascom vicina all’asilo del figlio.

Inoltre, si è trattato di una sperimentazione estesa e democratica. Estesa, perché numericamente ampia e spalmata su tutto il territorio provinciale; democratica, perché realmente attenta alle pari opportunità, perché nel progetto sono stati coinvolti tutti i profili professionali del sistema, e non solo le donne, ma anche gli uomini che necessitassero per qualche ragione di dedicare tempo alla propria sfera familiare.

 

IL FUTURO

“Oggi, a seguito della conclusione molto positiva della fase sperimentale del progetto â€" dichiara il presidente della Confcommercio Unione Venezia Massimo Albonetti â€" ci accingiamo a entrare nella normalizzazione delle attività di lavoro a distanza all’interno delle nostre strutture, attraverso un assorbimento graduale ma deciso delle nuove modalità lavorative. Riteniamo, quindi, di aver vinto la scommessa sulla quale abbiamo puntato qualche mese fa, non senza sacrifici iniziali in termini di investimenti e determinazioneâ€�. L’avventura del telelavoro, quindi, per quel che riguarda la Confcommercio provinciale di Venezia non si fermerà qui. E a quanto pare non resterà un’esperienza isolata: sono moltissime infatti le richieste pervenuta nella sede della Confcommercio e in quella della Camera di Commercio di Venezia (capofila del progetto PONTI), sia da parte di enti pubblici che di imprese e associazioni private, per poter visionare il progetto e valutarne l’applicazione nelle loro realtà.    

 

 

 

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