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22 dicembre 2009
LA RISTORAZIONE E LA CLIENTELA AZIENDALE

AL RISTORANTE GLI AUGURI DI NATALE CORPORATE VALGONO 514  MILIONI DI EURO

 

Rispetto al 2008 si registra una flessione del 22,8%, pari a

-117 milioni di euro[1]

 

 

La clientela corporate

La clientela d’affari rappresenta una buona fetta di domanda per la ristorazione tradizionale (oltre 60mila esercizi), soprattutto per quei ristoranti che per caratteristiche strutturali, per location o per specifiche gastronomiche sono i preferiti dalle aziende per pranzi o cene di lavoro.

Secondo una nostra stima il fatturato corporate vale il 16,4% del fatturato complessivo della ristorazione tradizionale, pari in valore assoluto a 3 miliardi di euro. Gli effetti della crisi sulle aziende si sono fatti sentire, nel corso del 2009, anche a tavola.

La pensano così otto ristoratori su dieci secondo cui, nel corso del 2009, il fatturato corporate è diminuito sia per un taglio dei coperti (18%), sia per una sensibile riduzione della spesa media (21%), sia per entrambi (61%). Solo il 2,3% dei ristoratori intervistati ha registrato un incremento della clientela business.

 

Si stima una flessione rispetto al 2008 di circa dieci punti, pari in valore assoluto a 290 milioni di euro.

 

 

 

Gli auguri di Natale al ristorante

Ma le aziende non frequentano i ristoranti solo per consumare pranzi di lavoro. Il ristorante è un luogo di riferimento anche in occasione delle feste, in particolare Natale, per il tradizionale scambio di auguri tra manager, dipendenti, clienti.

Questo segmento di mercato vale 514 milioni di euro, il 19,9% del fatturato realizzato dal complesso della ristorazione tradizionale italiana nel mese di dicembre.

Ma per i ristoranti specializzati nella clientela d’affari l’incidenza del fatturato collegato allo scambio di auguri può arrivare fino al 50% e oltre del fatturato del mese di dicembre.

 

Per stimolare la domanda un’impresa di ristorazione su tre ha adottato specifiche azioni di comunicazione e marketing verso la clientela aziendale creando appositi menu, garantendo sconti, promozioni e offerte speciali. Insomma anche il ristorante, soprattutto quando si tratta di clientela business, diventa flessibile su prezzo e prodotto.

E a proposito di prezzi dobbiamo rilevare che un pranzo d’auguri oscilla all’interno di una forchetta che va da un minimo di € 38 ad un massimo di € 59. Non stupisce che questi prezzi siano proposti anche dalla ristorazione top, in quanto a forchette, stelle e quant’altro.

 

I primi dati a consuntivo non spingono all’ottimismo. Il 63,6% dei ristoratori lamenta una flessione di pranzi e cene d’auguri da parte delle aziende, mentre per appena il 6,8% quest’anno le cose stanno andando e andranno meglio.

Il risultato? Una sforbiciata al fatturato del 22,8% per un valore di 117 milioni di euro.

 

I tagli sul budget di Natale da parte delle aziende si concretizzano privilegiando il menu fisso a quello alla carta (64,3%), la carne al pesce (42,9%) e, sul vino, un minore ricambio di etichette durante il pasto (42,9%).

Alla qualità, tuttavia, non si rinuncia. Ci si orienta verso cibi (14,3% delle risposte) o vini (21,4%) più economici.


Allegato

 

Valore medio 16,4%

 

 

 

Valore medio 233

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Valore medio 19,9%

 

 

 

 

 


[1] Indagine Centro Studi Fipe, anno 2009

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