I sindacati alla prova dello sciopero

I sindacati alla prova dello sciopero

Il confronto sulla riforma del mercato del lavoro forse domani arriva a un punto di svolta. Ma già si discute sul futuro: Berlusconi invita i sindacati a tornare al tavolo del negoziato. La risposta è sempre la stessa: "via dalla trattativa l'art.18".

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15 aprile 2002

I sindacati alla prova dello sciopero

 

Dopo lo sciopero generale del 16 aprile, il Governo vuole riaprire il dialogo sulla riforma del mercato del lavoro. E' per questo che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rivolto da Parma un appello ai sindacati perché tornino al tavolo del negoz iato, "per discutere anche dei diritti di chi un lavoro ancora non ce l'ha".

Alla vigilia della mobilitazione sindacale, l'Esecutivo – pur confermando la sua intenzione di modificare l'articolo 18 - sceglie dunque la "linea morbida" così come gli industriali, che hanno invitato la controparte "a tornare a trattare senza pregiudizi e tabù". Anche se il presidente di Confindustria Antonio D'Amato non si è comunque risparmiato una "stoccata" polemica: "se il sindacato, la Cg il in particolare, riprende a fare il sindacato e smette di far politica, possiamo forse confrontarci finalmente sul merito delle questioni e sono sicuro che da questo il Paese trarrà grande beneficio".

Per i sindacati, tuttavia, l'appello lanciato da Berlusconi non modifica la situazione. "Se dopo lo sciopero – ha detto il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati - si riaprirà la trattativa noi ci andremo, ma con l'unico scopo di chiedere l o stralcio dell'articolo 18 e la modifica della riforma previdenziale". Quanto allo sciopero di domani, Cofferati ha detto di attendersi molto, perché se "avrà risultanze consistenti potranno cambiare molte cose al di là di quello che dicono il presidente del Consiglio e la Confindustria".

Analoga la reazione della Cisl e della Uil. Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta , ha avvertito il Governo che non ci possono essere riforme senza un "consenso ampio della società e del mondo del lavoro. Se dal tavolo della trattativa sarà tolto l'articolo 18 potremo tornare a confrontarci con il Governo per una rifo rma più equa del mercato del lavoro".

Il segretario generale Luigi Angeletti , da parte sua, dopo aver ricordato a Berlusconi che la modifica dell'articolo 18 non faceva parte del programma di governo ha affermato che

sarà lo sciopero generale a bloccare questa "riforma sciocca, inutile, che la maggioranza degli italiani non chiede e non vuole".

 

 

 

 

 

 

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