Il "contesto" macroeconomico

Il "contesto" macroeconomico

Con l'intensificarsi della crisi finanziaria, il commercio mondiale e la produzione industriale sono di fatto crollati nell'ultimo trimestre del 2008. La forte contrazione del Pil reale è proseguita anche nel primo trimestre di quest'anno.

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19 giugno 2008
L’economia mondiale sta attraversando la sua più profonda e più diffusa recessione dal

Rapporto sul terziario: il contesto macroeconomico

 

L’economia mondiale sta attraversando la sua più profonda e più diffusa recessione dal

secondo dopoguerra. L’economia europea non ne è risparmiata. La situazione economica continua, quindi, ad essere eccezionalmente incerta e la fiducia degli investitori nel settore bancario resta fragile, nonostante il miglioramento osservato in alcuni segmenti di mercato. Le misure già in atto per sostenere il settore bancario, inizieranno ad avere un forte impatto nei prossimi trimestri, facilitando in tal modo anche la trasmissione all’economia reale delle politiche monetarie di sostegno. Naturalmente, con l’intensificarsi della crisi finanziaria, il commercio mondiale e la produzione industriale sono di fatto crollati nell’ultimo trimestre del 2008 e indicatori congiunturali sull’attività del 2009 suggeriscono che la forte contrazione del PIL reale è proseguita anche nel primo trimestre di quest’anno. Il Pil mondiale è previsto in flessione, di circa l’1,4% nel 2009, sebbene la recessione risulti particolarmente pronunciata nelle economie avanzate, soprattutto se si considera che, nel complesso, le economie industriali evidenzieranno una riduzione del 3,6% contro un incremento dell’1,4% del resto del mondo, spiegabile essenzialmente con il contributo ancora positivo di Cina e India - rispettivamente, +6,1% e +4,3% - pur trattandosi di tassi di crescita pressoché dimezzati rispetto agli andamenti medi degli anni duemila. Per le aree europee, sia a 27 membri, sia per l’eurozona, il Pil dovrebbe stabilizzarsi nel 2010, con una modesta e graduale ripresa, prendendo le mosse dal miglioramento delle condizioni finanziarie, dal rafforzamento della domanda esterna e dal supporto delle politiche macroeconomiche. In particolare, le economie export-oriented sono state particolarmente colpite dal crollo globale dei comparti della trasformazione industriale. Alcuni Paesi restano soggetti ad un più profondo e più protratto rallentamento a causa della loro esposizione diretta alla crisi finanziaria o per l’inevitabile correzione della bolla immobiliare che ne è conseguita. La fase di forte contrazione si estenderà a tutte le componenti della domanda, con l’eccezione della spesa delle Amministrazioni pubbliche, mentre gli investimenti fissi lordi e le esportazioni sconteranno flessioni decisamente marcate nel corso del 2009. Sia nell’UE a 27, sia nell’eurozona, il calo sarà di ordine superiore al 10%, con punte di oltre il 12% in Germania e Italia. Per l’export, la situazione è inevitabilmente speculare all’andamento flettente del commercio mondiale, in caduta dell’11% nel 2009, un dato mai così negativo da decenni, che si traduce di fatto in un crollo delle esportazioni dell’eurozona verso il resto del mondo superiore al 13%. A sua volta, la flessione degli investimenti riflette il pessimistico clima di fiducia degli investitori e le aspettative depresse dal lato della domanda, nonché il netto calo del grado di utilizzo degli impianti e il perdurare di situazioni di razionamento del credito. Inoltre, mentre un accumulo involontario di scorte ha contribuito positivamente alla crescita del Pil nel 2008, è  prevedibile che nel biennio 2009-10 ci sia una correzione in senso contrario, che potrebbe avere un notevole impatto negativo sulle attività economiche a breve termine. I consumi privati appaiono destinati a ridursi in conseguenza del peggioramento atteso sul mercato del lavoro, anche se l’impatto negativo sulla crescita reale del reddito disponibile è in parte compensato da una rapida diminuzione del tasso d’inflazione. Ne conseguirà, in termini di cambiamento nella stima del disavanzo delle Amministrazioni pubbliche (che include anche gli effetti del funzionamento degli stabilizzatori automatici), un peggioramento di circa 5 punti percentuali nel 2009-2010 nell’ambito UE. È stato stimato1 che, nel complesso, il PIL avrebbe evidenziato fino a un punto percentuale di minore crescita per il 2009 e di circa tre quarti di punto nel 2010, in assenza dello stimolo fornito dalle politiche discrezionali e dalle misure di bilancio annunciate nella UE, ragguagliabili come valore degli strumenti messi in campo a circa l’1,8% del PIL della UE nel 2009-2010. Anche il mercato del lavoro subirà i pesanti contraccolpi della recessione. Riguardo, infine, all’inflazione al consumo, le indicazioni confermano che è fortemente diminuita negli ultimi mesi a livello mondiale, un rallentamento facilitato dall’esaurirsi delle tensioni derivanti dalle quotazioni internazionali delle materie prime. Nel complesso, il tasso di inflazione, misurato dall’indice armonizzato, dovrebbe attestarsi su valori prossimi all’1% nell’UE (0,5% nell’euroarea) nel 2009. Poiché gli effetti dei passati aumenti nei settori dell’energia e dei prezzi dei prodotti alimentari cesseranno di influenzare il confronto statistico sui prezzi al consumo a partire dall’autunno prossimo, la variazione dell’indice armonizzato per il 2010 dovrebbe approssimarsi gradualmente intorno ad un incremento dell’1,3%, circa un decimo al di sopra di quanto non dovrebbe realizzarsi per l’eurozona. Riguardo alle componenti della domanda, il modello prevede una flessione dei consumi delle famiglie residenti dell’1,4%, aggravando quella del 2008. La componente più stabile è garantita dell’occupazione (in primis i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche), certamente è opportuno sottolineare che anche prescindendo dalla PTF e dai fattori strutturali, una semplice regressione del PIL reale rispetto all’indice Istat della produzione industriale e dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC), indica una flessione del PIL congiunturale nel primo trimestre 2009 pari a -2,3%, superiore al -2,1% dell’ultimo quarto 2008, ma pressoché identica a quella della stima preliminare diffusa dall’Istat. Esportazioni e importazioni, a loro volta, risentiranno nell’anno in corso della contrazione inusitata del commercio mondiale (-11% nelle stime della Commissione Europea), contribuendo così in misura ulteriormente negativa, in termini di esportazioni nette, alla flessione del PIL, già fortemente condizionata dal calo della domanda interna. Tutto sarà ovviamente condizionato dall’evoluzione dei rimanenti trimestri del 2009, nel corso dei quali dovrebbero pienamente dispiegare i propri effetti le politiche di stimolo e di sostegno adottate dai Governi di tutte le economie avanzate.

 

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