IL MANIFESTO DI CONFCOMMERCIO PER LE INFRASTRUTTURE E I TRASPORTI

IL MANIFESTO DI CONFCOMMERCIO PER LE INFRASTRUTTURE E I TRASPORTI

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13 giugno 2007
Con lo sviluppo della logistica la variabile strategica alla base del successo è divenuta il fattore tempo, ed in particolare,


 

 


IL MANIFESTO DI CONFCOMMERCIO

PER LE INFRASTRUTTURE I TRASPORTI E LA LOGISTICA

 

 

Trasporti e territorio: due variabili da governare insieme per l’accessibilità

 

Traffico e congestione stradale generano una dilatazione dei tempi di percorrenza della rete italiana che in alcune aree critiche del Paese supera il 50% rispetto a normali condizioni di esercizio.

Si tratta di pesanti criticità sul fronte delle accessibilità territoriali, che per essere efficacemente governate richiedono la piena integrazione tra pianificazione dei sistemi di trasporto e logistica e la più generale pianificazione dell’uso del territorio.

 

“Integrazione�:  tra modalità di trasporto, tra assi e nodi, tra grandi opere e reti secondarie

 

Con lo sviluppo della logistica la variabile strategica per la competizione è divenuta il fattore tempo, ed in particolare, in un’ottica integrata, il tempo necessario per il completamento di tutte le diverse fasi della catena logistica.

Per l’efficacia complessiva dei sistemi, sono, dunque, necessari interventi integrati:

-               sulle diverse modalità di trasporto, in un’ottica multimodale;

-               sugli assi e sui nodi delle reti;

-               sulla reti principali e su quelle secondarie di distribuzione capillare.

 

Rapido completamento, del disegno infrastrutturale di ancoraggio ai mercati europei e, in un’ottica euromediterranea, a quelli nordafricani

 

Accelerare il potenziamento infrastrutturale, a cominciare dai corridoi prioritari europei (Corridoio V Lisbona-Kiev, Corridoio dei due mari Genova Rotterdam, Corridoio 1 Berlino-Palermo) ponendo anche attenzione, in un’ottica integrata, alle reti secondarie di accessoe distribuzione capillare ed alle strutture logistiche di supporto, per una reale diffusione dello sviluppo. Occorre, a tal proposito, ridurre i vincoli e migliorare la fluidità delle catene logistiche e di trasporto nei punti di interscambio, attraverso una politica di marketing territoriale, che permetta l’attrazione di investimenti in piattaforme per il trattamento e la distribuzione delle merci.

Inoltre, il pieno sviluppo delle autostrade del mare, all’interno di un rilancio complessivo dei traffici e delle attività marittime, costituisce un tassello importante nella costruzione di uno strategico ruolo, per l’Italia, di piattaforma logistica europea protesa nel Mediterraneo. Ma affinché tale scenario sia realizzabile, occorre potenziare in maniera selettiva le infrastrutture portuali e retroportuali ed i loro collegamenti con il territorio, ponendo particolare attenzione al rapporto, spesso critico, tra porti e città ospitanti.

 

 

 

Valichi alpini: riconoscimento del deficit competitivo generato da un attraversamento obbligato

 

Le criticità sofferte dal sistema Paese per le difficoltà di attraversamento dei valichi alpini devono essere superate, attraverso un preciso riconoscimento, anche in ambito Ue, delle penalizzazioni derivanti al settore dell’autotrasporto, ma più in generale all’intera economia italiana, dalle attuali insufficienti capacità di attraversamento.

 

 

Riequilibrio modale: agire non sui divieti ma sulla promozione di efficaci alternative al “tuttostrada�

 

Promuovere un equilibrio modale compatibile con le catene logistiche che i processi organizzativi messi in atto dalle aziende manifatturiere e commerciali, tendono ad ottimizzare. Sviluppo dell’intermodalità terrestre (ferro/gomma) nell’area centro-settentrionale del Paese, e di quella marittima (mare/gomma) nell’area meridionale.

 

La questione urbana: interventi strutturali sulla mobilità delle merci e delle persone, per superare l’emergenza

 

Traffico e congestione colpiscono pesantemente l’accessibilità e la competitività dei nodi urbani. Occorre, promuovere interventi strutturali a servizio della mobilità urbana delle merci e delle persone, che siano realmente in grado di accrescere, aldilà degli intereventi emergenziali, l’attrattività e la qualità dell’ambiente urbano: ad esempio logistica urbana, sistemi di trasporto rapido di massa, servizi innovativi di trasporto (car sharing, car pooling, taxi collettivo), mobility management, trasporto pubblico locale.

 

Incentivi alla ristrutturazione e riorganizzazione delle imprese di autotrasporto nella prospettiva dei distretti logistici

 

Adottare preferibilmente un criterio di “territorialità� nei processi di ristrutturazione e riorganizzazione delle imprese: introduzione di sistemi innovativi nella gestione di problemi logistici e nell’organizzazione delle filiere logistiche nelle aree caratterizzate dalla presenza di distretti industriali, commerciali, turistici, in modo da far evolvere questi stessi verso una più congruente connotazione di distretti logistici.

 

Liberalizzazione regolata dell’autotrasporto: una riforma da apprezzare nel metodo e nel merito

 

Via libera a piccoli aggiustamenti alla riforma dell’autotrasporto in conto terzi  varata nella scorsa legislatura, per accrescerne la funzionalità, salvaguardando, però, l’impianto ed i principi cardine della legge in quanto risultato di un complesso accordo di mediazione tra operatori e committenza, che, in caso contrario, dovrebbe essere integralmente rinegoziato.

 

Riforma della legge 84/1994 sugli assetti portuali: ascoltare le esigenze del fare impresa

 

Con la riforma della legge 84/1994 sugli assetti portuali, attualmente oggetto di discussione legislativa, occorre ricercare un avanzato equilibrio tra le istanze più generali, legate alla definizione degli assetti del sistema logistico nazionale, e quelle locali espresse dai territori ospitanti i singoli scali, evitando i tentativi di regolazione del settore su scala meramente regionale, circostanza inadeguata a fronteggiare la forte competizione internazionale.

E’ tuttavia necessario rafforzare il legame tra i porti e le economie circostanti, potenziando gli organi e gli strumenti di “governance�che la legge 84 ha predisposto a tal fine, prevedendo, la loro apertura anche ai rappresentanti delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi.

Sono inoltre imprescindibili la trasparenza ed i controlli sul regime di Autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, nonché modalità attuative dello stesso non vessatorie per gli utenti portuali e norme  sui contratti di lavoro applicati dalle imprese presenti nei porti rispettose dei principi di autonomia sindacale e concorrenza imprenditoriale.

 

 

 

 

 

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