Il settore orafo continua a non brillare

Il settore orafo continua a non brillare

Inchiesta Federdettaglianti Orafi: nel secondo quadrimestre dell'anno la maggior parte degli operatori denuncia vendite in calo: il 39 per cento fra il 5 e il 10 per cento, il 13 per cento fra l'11 e il 20 e il 14 per cento tra il 21 ed il 30.

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22 novembre 2011

Alcuni segnali lasciavano presagire un'uscita dalla situazione di stallo che aveva caratterizzato il primo quadrimestre dell'anno e qualche indicatore addirittura portava sperare in un'evoluzione in senso positivo, ma l'elaborazione dei dati rilevati dai questionari trasmessi dagli operatori al dettaglio del settore oreficeria, argenteria, gioielleria, orologeria, associati a Federdettaglianti Orafi-Confcommercio relativamente all'andamento delle vendite nel secondo quadrimestre, non lascia margini di interpretazione. "Il calo di interesse - dichiara il presidente Giuseppe Aquilino - è generalizzato per tutte le tipologie di prodotto oggetto d'indagine e, se pur con differenti percentuali, il segno negativo è predominante, fatte salve alcune eccezioni in cui i livelli si sono mantenuti invariati, eccezioni che riguardano la gioielleria firmata e l'argento da indosso". Molte sono le variabili intervenute in un periodo tradizionalmente effervescente per i prodotti preziosi. Matrimoni, cresime e comunioni, hanno influenzato in passato le scelte del mercato, ma oggi il periodo si è chiuso a favore di altri comparti del commercio che forse utilizzano leve di marketing più convincenti o semplicemente - come rilevato dai commenti posti a margine del questionario da più addetti - attirano i consumatori con iniziative interessanti e stimolanti.
Secondo alcuni operatori, influenza negativamente le vendite anche il sistema di tracciabilità dei pagamenti e così pure l'introduzione dello "spesometro", entrato in vigore il primo luglio scorsoi. Da non trascurare, poi, l'aumento esponenziale del prezzo dell'oro che ha raggiunto cifre record, incidendo in maniera determinante sul costo del prodotto finito. L'indagine evidenzia in maniera rilevante anche l'esigenza di regolamentare in modo incisivo le attività dei cosiddetti "compro oro", che oramai invadono le città creando - dicono molti operatori - non poche turbative di mercato. In generale, il 39% degli intervistati ha dichiarato che le vendite sono diminuite fra il 5 e il 10% rispetto al primo quadrimestre, mentre il 13% ha denunciato una flessione fra l'11 e il 20%. Un altro 14% ha indicato un'ulteriore flessione tra il 21 ed il 30%. Basti pensare che nel primo quadrimestre il 14% dei questionari indicava stabilità nelle vendite mentre nell'ultimo rilevamento questa percentuale è scesa al 4%. Gli oggetti di oreficeria a peso continuano a perdere altri punti percentuali. Solo per il 12% la domanda è considerata stabile ma il 44% denuncia forti cali tra il 5 e il 30%. Analoga situazione per l'oreficeria fine: oltre un terzo degli intervistati denuncia contrazioni tra il 5 ed il 20% e addirittura il 38% (una percentuale superiore del 10% rispetto al primo quadrimestre) indica un calo inferiore al 5%. Solo per il 10%, tuttavia, la domanda è invariata. Poche unità hanno visto salire le richieste e le vendite. Continua la parabola discendente dell'oreficeria firmata. Se nel primo quadrimestre il 40% degli operatori coinvolti nell'indagine aveva dichiarato di aver lavorato agli stessi livelli dell'anno precedente, ora si evidenzia decisamente un segno negativo: nel 34% dei casi le vendite sono diminuite tra l'11 ed il 20%. Vendita stazionaria di gioielleria no brand per il 28% dei dettaglianti, ma la cifra è fronteggiata dal 44% che ha lasciato per strada tra il 5 e il 20% del fatturato. Quanto alla gioielleria firmata, per il 42% (38% nel primo quadrimestre) non vi sono state flessioni. Qualche sobbalzo solo per l'11%. Continua la corsa verso il ribasso delle vendite di argenteria per la casa: solo per il 19% le vendite sono rimaste sui livelli del 2010. Riduzioni delle vendite fino al 10% per oltre il 45% degli interessati. Stazionaria per il 32% la domanda di argento da indosso, mentre per il 20% si è registrato un aumento tra il 5% ed il 20% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Un mercato sicuramente meno effervescente se paragonato al primo quadrimestre. Per gli oggetti in acciaio si registrano poche variazioni rispetto al primo quadrimestre di quest'anno. Paragonate al medesimo periodo del 2010, per il 38% le vendite sono stazionarie mentre per il 22% sono diminuite meno del 5%. Per quanto riguarda infine l'orologeria - che l'indagine prende in considerazione in maniera generica senza ripartizione per fasce di prodotto - si rileva una staticità delle vendite. Alcuni riscontrano piccole percentuali di aumento ma per il 21% è diminuita meno del 5%, mentre per il 10% il calo va dal 5 al 10%.

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