IL WELFARE ALLA "PROVA" DEL REFERENDUM

IL WELFARE ALLA "PROVA" DEL REFERENDUM

Quasi sedici milioni di italiani possono votare i sei capitoli del protocollo che il governo trasformerà in leggi su pensioni, sussidi di disoccupazione, lavoro precario e molto altro. Circa cinque milioni di voti attesi dalle organizzazioni sindacali.

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8 ottobre 2007
Il Welfare alla “prova� del referendum

Il Welfare alla “prova� del referendum

 

Si aprono oggi i trentamila seggi per permettere a 15-16 milioni di italiani di votare i sei capitoli del protocollo che il governo trasformerà in leggi su pensioni, sussidi di disoccupazione, lavoro precario e molto altro. Tre giorni (seggi aperti fino alle 14 di mercoledì) per votare e circa cinque milioni di voti attesi dalle organizzazioni sindacali che organizzano la consultazione. Dei sei capitoli il più importante è quello sulla previdenza con un piano da 29 miliardi di euro in 10 anni. Previsto il miglioramento delle pensioni basse per 7 milioni di persone. Dal 2008 si andrà in pensione con 58 anni di età e 35 anni di contributi versati; dal 2009 scatterà il sistema delle quote che partirà da 95 con almeno 59 anni di età e approderà il primo gennaio 2013 a quota 97 con almeno 61 di età. Scalini che non valgono per chi esercita lavori "usuranti". La lista che li definisce è uno dei punti controversi che potrebbe essere modificato in Parlamento. L'unica certezza è che l'uscita anticipata per quei lavoratori non potrà superare i 2,5 miliardi di euro di maggiori costi per l'Inps. Per la prima volta a fianco dei lavoratori a tempo indeterminato e dei pensionati si esprimeranno anche precari e disoccupati presentando nei seggi la busta paga, il libretto di pensione o il certificato del collocamento. Sono previsti anche "seggi itineranti" nei casi in cui c'é necessità come i piccoli comuni. Cgil, Cisl e Uil si aspettano di superare il risultato del referendum del 1995 sulla riforma delle pensioni (oltre 4,4 milioni di voti) e una consistente vittoria per i sì all'accordo. Sempre nel '95 i sì furono il 64% dei votanti.
 

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