In Italia crescita modesta nel 2015

In Italia crescita modesta nel 2015

Secondo le previsioni economiche d' inverno della Commissione europea, il Pil crescerà solo dello 0,6% per poi salire dell'1,3% nel 2016. Deficit pubblico in progressivo calo, per la domanda interna soltanto un lieve miglioramento.

DateFormat

5 febbraio 2015

L'Italia avrà nel 2015 una crescita del Pil dello 0,6%, dopo un ulteriore rallentamento nell'ultimo trimestre dell' anno scorso che farà segnare un calo dello 0,5% per l' intero 2014. E' la stima delle previsioni economiche d' inverno che la Commissione europea ha pubblicato a Bruxelles. Secondo le proiezioni dell'Esecutivo Ue, il Pil dovrebbe aumentare poi dell' 1,3% nel 2016. Per quanto riguarda il deficit pubblico, la Commissione prevede che l' Italia resti sotto la barra del 3% del Pil, che è stata raggiunta ma non superata nel 2014: nel 2015, il disavanzo previsto è del 2,6% del Pil, e si ridurrà ancora al 2% secondo le proiezioni del 2016. Il deficit strutturale, atteso allo 0,9% nel 2014, dovrebbe diminuire allo 0,6% quest'anno, mentre nel 2016, secondo le proiezioni a politiche invariate, risalirebbe allo 0,8%. Il debito pubblico, che ha raggiunto il 131,9% del Pil nel 2014, aumenterà ancora quest'anno fino a raggiungere il picco del 133%, per poi invertire la tendenza e tornare, secondo le proiezioni, al 131,9% del Pil. Secondo la Commissione, nel 2015 l' aumento della crescita sarà "sostenuto solo lievemente da un miglioramento della domanda interna", e sarà dovuto soprattutto all'aumento delle esportazioni (che a sua volta beneficierà del calo dell' euro, del miglioramento della competitività dovuta alla riduzione del costo del lavoro, e dalla crescita della domanda esterna). Risultati migliori potrebbero venire "da un'attuazione riuscita delle riforme strutturali e del Piano Juncker per gli investimenti", mentre potrebbe influire negativamente "un ritardo nella ripresa della domanda esterna". Il deficit, secondo l' Esecutivo Ue, è risalito al 3% del Pil nel 2014 dopo il 2,8% del 2013, perché l'effetto positivo del calo della spesa per interessi, valutabile nello 0,1% del Pil, ha "compensato solo parzialmente l'erosione attesa dell' avanzo primario". Nel 2015, il disavanzo dovrebbe scendere ulteriormente al 2,6% a causa del calo della spesa per gli interessi. La spesa corrente aumenterà lievemente soprattutto a causa delle misure di sostegno ai redditi e dell'estensione delle misure di sostegno ai disoccupati. "Nonostante il taglio del cuneo fiscale, il gettito fiscale dovrebbe aumentare soprattutto a causa di una ripresa delle entrate riguardanti l'imposizione sui redditi d' impresa e sui redditi finanziari", sostiene la Commissione. Quanto al debito pubblico, secondo l' Esecutivo Ue nel 2014 è aumentato al 132% del Pil perché "l'avanzo primario non è stato sufficiente a farlo scendere, anche a causa della crescita nominale piatta e del pagamento degli arretrati" del debito commerciale della Pubblica Amministrazione. Comunque, conclude la Commissione, il debito "dovrebbe raggiungere il picco nel 2015" con il 133% del Pil, e poi cominciare a calare nel 2016, tornando al 131,9 "grazie a una crescita nominale più forte e all'avanzo primario".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca