In occasione dei funerali impianti chiusi per lutto e protesta in tutta Italia

In occasione dei funerali impianti chiusi per lutto e protesta in tutta Italia

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23 febbraio 2010

“Siamo stanchi di contare i caduti fra i colleghi gestori!”: questo è il grido al tempo stesso di profondo dolore e di ferma denuncia lanciato con una nota congiunta dai presidenti delle organizzazioni di categoria dei gestori, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc\Anisa Confcommercio dopo l’uccisione del benzinaio di Varese.

“L’ennesimo caso di omicidio per rapina che vede, ancora una volta, un benzinaio vittima della criminalità, della quale la categoria è lasciata colpevolmente in balia – si legge nella nota - riporta la questione sicurezza al centro del dibattito e delle richieste dei benzinai. Troppi, infatti, sono gli episodi di violenza che avvengono quotidianamente, in tutto il Paese, negli impianti di rifornimento carburanti, luoghi tra i più esposti a questo genere di fenomeni, tanto da non meritare nemmeno più gli onori della cronaca, oltreché l’attenzione delle istituzioni”.

“Il barbaro assassinio del collega Canavesi riapre ferite antiche ed insieme ancora freschissime. Al cordoglio la nostra categoria – continua la nota - non può che unire la più ferma richiesta alle istituzioni per ottenere interventi urgenti e concreti finalizzati a garantire l’incolumità e la sicurezza dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti. Titolari di attività che prestano un servizio di pubblica utilità per l’intera collettività ed un presidio capillare del territorio, svolgendo, tra l’altro, a loro rischio e pericolo, anche la funzione di esazione per conto dello Stato della quantità di denaro notevole collegata alle tasse (Iva e accisa) che gravano sui carburanti”.

“Le tre Federazioni dei gestori – conclude la nota - invitano tutti i gestori a terminare il turno mattutino con un’ora di anticipo ed a chiudere il proprio impianto, in concomitanza dei funerali di Angelo Canavesi. Un gesto di sentita solidarietà e partecipazione al dolore della famiglia, ma che deve suonare anche come allarme e ribellione ad una situazione di gravissima e diffusa insicurezza, che richiede soluzioni ed interventi del Governo non più rinviabili”.

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