INFRASTRUTTURE, CONGESTIONE E VALORE DEL TEMPO

INFRASTRUTTURE, CONGESTIONE E VALORE DEL TEMPO

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6 marzo 2007
Infrastrutture, congestione e valore del tempo

Infrastrutture, congestione e valore del tempo

 

Liberare l’economia e sviluppare la produttività dei fattori â€" e quindi creare benessere â€" è anche questione di gestione del tempo. Tempo di lavoro, tempo di consumo, tempo accessorio: quest’ultimo è quello impiegato per recarsi al lavoro, per tornare a casa, per andare al supermercato, per cercare informazioni, per portare a termine transazioni utili. Ridurre il tempo accessorio permette di accrescere quello dedicato al lavoro e quello dedicato al consumo e al tempo libero.

In Italia lo spreco di tempo è soprattutto connesso alle inefficienze dei trasporti. E’ vero che la ricetta per muoversi meglio non può essere semplicemente più strade e più ferrovie: usarle meglio sarebbe altrettanto importante. Ma è anche vero che negli anni ’90 la rete autostradale italiana - che svolge il duplice ruolo basilare di corridoio e di servizio per le aree urbane a supplenza delle carenze della rete stradale ordinaria - ha fatto registrare solo un incremento del 4,8%, notevolmente al di sotto della Spagna (+19,1%), della Francia (+32,7%) o del Portogallo (+142,2%).

La rete ferroviaria si è addirittura ridotta. La crescente domanda di mobilità crea una congestione quantificabile in oltre 4 miliardi di euro, in termini di tempo perso, per il solo trasporto di passeggeri su gomma.

Per non parlare del trasporto di merci: l’inadeguatezza delle infrastrutture materiali e immateriali (sistemi informativi di mobilità) fa crescere il costo della logistica sul Pil (tra i più elevati in ambito europeo). Un’efficiente mobilità di merci nel sistema economico è il primo requisito perché il Paese ritorni globalmente competitivo.

C’è di più: la strada ordinaria, che non ha fruito di adeguati investimenti in sicurezza, causa costi esterni netti, cioè detratte le imposte e le assicurazioni che gravano sugli utenti, pari a oltre 30 miliardi di euro (dato riferito all’anno 2004). Essa è responsabile per il 91% di tutti gli incidenti mortali su qualsiasi modalità di trasporto.

Tempo e vite umane sono costi rilevantissimi che richiedono visione strategica e investimenti: la messa in sicurezza della rete ordinaria, soprattutto intorno alle periferie delle grandi città, magari mediante la concessione a privati della gestione e del pedaggiamento come fonte di ricavo, in un contesto regolatorio trasparente, stabile ed efficace, dovrebbe essere una priorità di qualsiasi governo. E vale molto di più di diversi interventi di liberalizzazione parziale di mercati marginali.

Liberare l’economia, quindi, dalla congestione e dai pericoli connessi alla mobilità.

 

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