Sangalli: “Subito la riforma fiscale: no aliquote Irpef, via l'Irap”
Sangalli: “Subito la riforma fiscale: no aliquote Irpef, via l'Irap”
Il presidente di Confcommercio sul Corriere della Sera: “la crescita è possibile, ma il governo ci ascolti di più”. “Abbiamo risorse sufficienti per affrontare la salita dei prezzi, gli aumenti contrattuali andrebbero detassati, sì al taglio del cuneo fiscale”.
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Presidente Sangalli, secondo le stime dell'associazione che guida, Confcommercio, a febbraio i prezzi al consumo aumenteranno dello 0,3% su gennaio, portando II tasso di variazione tendenziale al 9,4%. A che punto sono i consumi?
«Sono deboli a causa dell'inflazione che riduce il potere d'acquisto. E questo sta rallentando di fatto l'economia».
In numeri?
«Fatti cento i consumi di aprile 2022, l'indice reale delle vendite al dettaglio vale, a dicembre 2022, 98,1. Se poi consideriamo anche i servizi e gli altri beni, la riduzione si fa ancora più ampia e prosegue a gennaio. Poi c'è il Pil che nel quarto trimestre del 2022 è calato dello 0,1%. Insomma, al di là dei decimali, il rallentamento c'è e ci preoccupa».
Cosa in particolare vi preoccupa?
«La condizione del Paese resta complessa perché, oltre all'inflazione che non è domata, permangono le tensioni sull'energia e la guerra in Ucraina prosegue. Però...».
C'è un però?
«Sì, arriviamo al rallentamento attuale in buona salute. Nel biennio 2021-2022, l'Italia ha registrato numeri davvero positivi, che hanno battuto al rialzo tutte le previsioni. Non è stato un semplice rimbalzo post pandemia. Manifattura, servizi e turismo hanno funzionato bene e l'azione dei governi ha sostenuto famiglie ed imprese».
In prospettiva che significa?
«Che abbiamo sufficienti risorse per affrontare una temporanea fase inflazionistica e costruire, a partire dalla seconda metà di quest'anno, nuova crescita. Ma bisogna superare i "nonostante", cioè quelli che oggi sono gli svantaggi competitivi. Per questo servono buone riforme e buoni investimenti».
Bastano gli investimenti del Pnrr?
«Nell'ultimo Consiglio europeo le esigenze italiane di revisione del Pnrr e dei fondi per le politiche di coesione sembrano essere state accolte. Così come l'Ue si è mossa verso la flessibilizzazione degli aiuti di Stato, ma senza prendere decisioni sul Fondo sovrano europeo». Il Parlamento europeo ha detto stop al motore endotermico a partire dal 2035. «Una mossa profondamente autolesionistica e contraddittoria rispetto all'esigenza di rispondere agli aiuti messi in campo dagli Usa».
L'attuazione del Pnrr la soddisfa?
«Bisogna accelerarne l'avanzamento, integrandolo con misure per rispondere alla transizione energetica e al necessario riequilibrio territoriale delle politiche di coesione. Ma prima di tutto occorre mettere le imprese in condizione di lavorare».
A cosa si riferisce?
«Allo stop sulla cessione dei crediti fiscali e dello sconto in fattura, disposto dal governo, che crea una vera e propria crisi di liquidità. Sul punto serve un confronto con l'esecutivo in considerazione del ruolo determinante svolto dalla filiera dell'edilizia per la messa a terra del Pnrr».
Parlando ora di riforme, da quale inizierebbe?
«Da quella fiscale. È importante che il governo la voglia organica e strutturale. Significa perseguire equità, riduzione della pressione fiscale e avanzamento dell'azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione; semplificazione, stabilità e certezza di norme ed adempimenti».
La premier Meloni ha preannunciato di voler «rivoluzionare» il rapporto tra fisco e contribuente.
«Un passaggio storico, a lungo atteso ma molto complesso. Per questo sarebbe necessario un supplemento di ascolto, da parte del governo, delle organizzazioni più rappresentative di imprese e lavoratori».
Ci sono già stati interventi in materia di regime forfettario e di flat tax incrementale. Cosa auspica ora?
«Per l'Irpef una riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, una no tax area senza disparità di trattamento tra redditi da lavoro o da pensione, la conferma del principio di progressività anche attraverso un uso accorto di detrazioni e deduzioni».
Irap, Iva?
«L'Irap andrebbe abolita anche per le imprese costituite in società, introducendo strumenti che favoriscano il reinvestimento degli utili in azienda. E per l'Iva, qualsiasi intervento non dovrebbe comportare un incremento della tassazione indiretta su beni e servizi».
Il governo può fare le riforme in questo clima?
«Il risultato delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia dovrebbe permettere al governo maggiore stabilità politica».
Lo scorso dicembre avete concordato con i sindacati una «una tantum» e un acconto sui futuri aumenti contrattuali.
«Un segnale per contribuire alla tenuta del potere d'acquisto dei lavoratori. Un gesto che richiama però la necessità di contrastare il dumping economico e normativo e favorire la leale concorrenza. La contrattazione collettiva di "qualità" andrebbe sostenuta con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro e la detassazione degli aumenti contrattuali».
di Antonella Baccaro
dal Corriere della Sera del 18 febbraio 2023