Italia, "anziana" d'Europa

Italia, "anziana" d'Europa

L'Istat ha presentato l'Annuario statistico italiano 2006. Una fotografia delle realtà sociali ed economiche del Paese che ha messo in evidenza l'ormai "cronico" invecchiamento della popolazione mitigato solo dalla presenza giovanile degli immigrati.

DateFormat

9 novembre 2006
Italiani sempre più anziani ma ancora ottimisti

Italiani sempre più anziani ma ancora ottimisti

 

 

L’Istat ha presentato l'Annuario statistico italiano 2006. Una fotografia complessiva su tutte le realtà sociali ed economiche del Paese che ha messo in evidenza l’ormai “cronico� invecchiamento della popolazione mitigato solo dalla presenza giovanile degli immigrati. Poi una serie di problemi come l’eccesso di procedimenti pendenti nei tribunali civili e penali, l'affollamento sempre maggiore delle carceri, la difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità, da quelli sanitari all'erogazione di acqua ai trasporti pubblici. Una popolazione che però resta ottimista per quel che riguarda la propria sfera privata: il 90 per cento degli italiani si dichiara soddisfatto delle proprie relazioni familiari e l'80 per cento dei propri amici. E anche per gli aspetti più critici: nel 2006 il 73,1 per cento degli italiani valuta come buono il proprio stato di salute, ma il 47,5 per cento si dichiara poco o per nulla soddisfatto della propria situazione economica.

Popolazione in aumento solo grazie agli immigrati. Alla fine del 2005 i residenti in Italia risultavano 58.751.711, circa 290.000 in più rispetto all'anno precedente. Ma tale incremento, ricorda l'Istat, è dovuto esclusivamente "al saldo attivo del movimento migratorio (+302.618 unità)", perché la differenza tra nascite e morti torna a pendere dal lato delle seconde, dopo che nel 2004 aveva invece fatto registrare per la prima volta dal 1992 un saldo positivo. La fecondità delle donne italiane rimane stabile (1,32 figli contro 1,33 dell'anno precedente), il che fa rimanere l'Italia tra i Paesi meno prolifici dell'Unione Europea. Per la prima volta il Nord (1,33) presenta un tasso di fecondità totale superiore a quello delle regioni del Mezzogiorno. Il Centro registra un tasso di 1,27 figli per donna.


Italiani 'più vecchi'. Di conseguenza, la popolazione italiana continua a invecchiare: l'indice di vecchiaia (che misura il rapporto tra la popolazione ultrasessantacinquenne e quella con meno di 15 anni) ha registrato al 1° gennaio 2006 un ulteriore incremento, passando dal 137,8 per cento dell'anno precedente al 140,4 per cento. Ormai, quasi un italiano su cinque raggiunge i 65 anni. E' in aumento anche la popolazione di quelli che la statistica definisce 'i grandi vecchi', cioè gli ultraottentenni, che hanno superato il 5 per cento del totale della popolazione. L'Italia continua a rimanere nell'Unione Europea il Paese con la maggiore percentuale di anziani.

Come si sentono gli italiani. Le varie indagini su come gli italiani percepiscono la propria situazione personale (finanziaria, familiare, di salute) danno risultati piuttosto positivi. Nel 2006 il 73,1 per cento della popolazione residente in Italia valuta buono il proprio stato di salute (c'è un leggero arretramento rispetto al 73,4 per cento del 2005. Si registra però una forte differenza tra uomini (76,9 per cento) e donne (69,5 per cento).

La situazione economica. Scarsa ma tutto sommato stabile la soddisfazione degli italiani per la propria situazione economica. Le persone per niente o poco soddisfatte sono il 47,5 per cento (nel 2001 erano il 33,2 per cento), mentre si dichiarano soddisfatti il 50,2 per cento degli intervistati (nel 2001 la percentuale era del 64). Naturalmente si registra il consueto divario tra Nord, Centro e Sud: la percentuale degli 'insoddisfatti' della propria situazione economica infatti è rispettivamente del 39,6, 46,8 e 58,1. Il 76,8 per cento degli occupati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto della propria situazione lavorativa: la percentuale sale al 79,8 al Nord e scende al 71,5 al Sud.

 

Cresce divario occupazione tra Nord e Sud . Sono piccole cifre decimali quelle che in Italia segnalano l’aumento della occupazione e della disoccupazione mentre permane il divario tra Nord e Sud. In base ai dati della rilevazione continua sulle forze di lavoro, nel 2005 gli occupati sono 22.563.000, con un incremento di 158.000 unità rispetto all’anno precedente (+0,7%). Il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1.889.000, 72.000 in meno del 2004 (-3,7%). Il tasso di disoccupazione cala al 7,7% dall’8% del 2004.

 

La famiglia e le amicizie. Un divario 'geografico' si registra anche sotto il profilo della soddisfazione per le relazioni familiari. Se ne dichiara soddifatto il 90 per cento delle persone dai 14 anni in su, e solo l'1,5 per cento le giudica per niente soddisfacenti. Mentre oltre l'80 per cento degli intervistati si dichiara soddisfatto delle relazioni con gli amici. Ma per entrambe le categorie di relazioni, osserva l'Istat, "il livello di soddisfazione è più alto nel Nord".

Le malattie più diffuse. Il 36,6 per cento dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, mentre il 19,6 per cento ne dichiara due o più. Le malattie maggiormente diffuse sono l'artrosi/artrite (18,3 per cento), l'ipertensione (14,2 per cento), le allergie (8,7 per cento) e l'osteoporosi (7,2 per cento). Aumenta il consumo di farmaci, che riguarda il 39 per cento della popolazione (43,7 per cento di donne contro il 34,1 per cento di uomini) contro il 37,3 per cento del 2005. Tra gli anziani tuttavia la percentuale sale all'84,6 per cento.

Gli uomini fumano di più. Se tra il 2003 e il 2005 si era registrata una riduzione di circa due punti percentuali dei fumatori, nel 2006 la percentuale si stabilizza al 22,7 per cento delle persone di 14 anni e oltre. Fumano più gli uomini (28,8 per cento) delle donne (17 per cento). Le regioni con la quota più elevata di fumatori sono la Campania (26,9 per cento), il Lazio (25,7 per cento) e la Sicilia (25,5 per cento).

Giustizia, carceri sempre più affollate. Sui procedimenti pendenti presso i tribunali civili e penali le cifre dell'Annuario Istat si riferiscono al 2004. I procedimenti civili sopravvenuti in primo grado sono aumentati del 2,8 per cento, mentre i delitti per i quali l'autorità giudiziaria ha dato inizio all'azione penale sono cresciuti del 2,7 per cento. Nel 2005 è cresciuto l'affollamento nelle carceri italiane: alla fine dell'anno scorso c'erano 59.523 detenuti, il 6,2 per cento in più rispetto all'anno precedente. Il rapporto tra detenuti presenti e posti letto ha raggiunto il 1.385,8 per mille; nel 2004 era al 1.319,9 per mille. Aumentano i detenuti tossicodipendenti (che passano dai 15.558 del 2004 a 16.135) e sieropositivi. E aumenta anche la percentuale di detenuti stranieri, che passa al 33,3 per cento del totale dal 31,8 per cento del 2004.

Scuola, aumentano le iscrizioni. Gli alunni iscritti all'anno scolastico 2004-2005 sono stati 8.872.546, circa 21.000 in più rispetto all'anno precedente. Ad aumentare sono in particolare gli alunni delle scuole d'infanzia e quelli delle scuole secondarie di secondo grado. E aumenta anche la quota di italiani con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore, ormai pari al 31,9 per cento (9,1 per cento per le lauree).

Le lauree che favoriscono l'inserimento. L'Università attrae sempre più giovani, ma sei su cento ogni anno abbandonano. Le migliori opportunità di inserimento professionale dei laureati si presentano ai giovani provenienti dai corsi di ingegneria (l'81,6 per cento svolge un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento della laurea), chimico-farmaceutico (72,5 per cento), economico-statistico (68,1 per cento) e architettura (60 per cento).

Il tempo libero. La graduatoria delle attività del tempo libero stilata nel 2006 dall'Istat vede al primo posto il cinema (48,9 per cento), seguito dalle visite a musei e mostre (27,7 per cento), spettacoli sportivi (27,3 per cento), discoteche e balere (24,8 per cento), visite a siti archeologici e musei (21,1 per cento), teatro (20 per cento), concerti (19,5 per cento), concerti di musica classica (9,4 per cento). Il 94,2 per cento della popolazione dai tre anni in su guarda la televisione almeno qualche giorno la settimana, il 63 per cento ascolta la radio.

L'accesso ai servizi pubblici. Il 2005 mostra qualche segno di miglioramento sotto il profilo della fruizione dei servizi di pubblica utilità, però il 54,8 per cento delle famiglie denuncia difficoltà di accesso al pronto soccorso, il 39,4 per cento problemi con le forze dell'ordine, il 35,2 con gli uffici comunali e il 30,9 per cento con i supermercati. I tempi di attesa per l'erogazione dei servizi continuano a essere eterni soprattutto alla Asl, dove il 43,8 per cento degli utenti è stato in fila per oltre 20 minuti.

Crescono i depositi bancari. Alla fine del 2005 l'ammontare dei depositi bancari ha superato i 690 miliardi di euro, con un incremento di 46 miliardi rispetto all'anno precedente, corrispondente a una percentuale del 7,2. Gli sportelli bancari sono 31.498, pari a 5,4 ogni 10.000 abitanti, con le consuete differenze territoriali: in Trentino Alto-Adige se ne contano 9,5 ogni 10.000 abitanti, in Calabria 2.6.

 

Turismo, saldo attivo nel 2005. Nel 2005 il saldo attivo del mercato turistico è risultato pari a 10,5 miliardi di euro, registrando una diminuzione di 1,7 miliardi di euro rispetto all’anno  precedente. Sono, invece, migliorate sensibilmente sia le presenze che gli arrivi dei turisti (in media del 2,7%). Nel 2005 sono stati 107 milioni e 100mila i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia, per un totale di 676 milioni e 243mila notti trascorse in viaggio.

 

Gli italiani snobbano il fast food. La moda del 'fast food' non sembra aver conquistato gli italiani: nel 2006 tre connazionali su quattro dicono di pranzare a casa (74,8%) e per la maggioranza il pranzo resta il pasto principale della giornata. A concedersi più spesso una pausa-pranzo al  bar o al ristorante sono gli uomini di 35-44 anni (solo il 52,8% dice  di mangiare in casa). A mangiare in casa, inoltre, è più spesso chi vive nel Mezzogiorno d’Italia (84,9%) rispetto al Nord (68,1%). Gli italiani si rivelano 'tradizionalisti' anche a colazione: la mattina il 78,3% porta in tavola caffé o té,  latte, biscotti o pane.

 

     

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca