Jobs Act: Renzi media ma lancia l'ultimatum

Jobs Act: Renzi media ma lancia l'ultimatum

Il premier è disposto cerca una riforma del lavoro condivisa, ma sui tempi non transige: entro la prossima settimana dovrà esserci il via libera dell'Aula del Senato. Sugli emandamenti "tiro alla fune" tra Pd e Ncd.

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3 ottobre 2014

Va bene discutere, cercare una sintesi nella maggioranza per una riforma del lavoro condivisa, ma sui tempi non si transige: entro la prossima settimana dovrà esserci il via libera dell'Aula del Senato al Jobs act. Matteo Renzi si è recato a Londra per una giornata densa di incontri, con un unico comun denominatore: mostrare agli interlocutori internazionali, a partire dagli investitori della City, che l'agenda delle riforme del governo sta facendo passi avanti e altri ne compirà a breve. Per questo a chi a Roma sta portando avanti la delicata trattativa nella maggioranza sulla delega lavoro, affida il mandato a cercare una mediazione, ma con un vincolo ben preciso sui tempi, perché l'obiettivo finale, come dichiara alla platea della City, è concludere la riforma "entro un mese al massimo". La questione, spiega il ministro Giuliano Poletti, è risolvere il "problema politico" di come scrivere la delega. In corso c'è infatti un "tiro alla fune" tra i senatori del Pd e i loro alleati centristi, capeggiati dall'Ncd di Alfano e Sacconi. Mettere d'accordo tutti allo stato è difficile, perché i centristi, come dichiarano in una nota congiunta i rappresentanti di Ncd, Sc, Svp, Pi e Udc, vogliono lasciare la delega così com'è. I democratici vogliono che siano messi per iscritto dettagli tutt'altro che secondari, a partire dalla reintegra in caso di licenziamenti discriminatori e disciplinari. Basta l'affermazione di principio, con il rinvio ai decreti delegati dell'elencazione delle singole fattispecie, spiegano dal Pd. Ma agli alleati di Ncd, preoccupati anche dall'irrigidirsi della posizione di FI, neanche questo va bene. E poi c'è il fattore tempo: su un emendamento del governo potrebbe essere messa la fiducia, che chiamerebbe tutta la maggioranza a una responsabilità politica. Mentre sulla delega attuale, che ha maglie molto larghe, la fiducia apparirebbe una forzatura incostituzionale, avverte la minoranza dem. Ieri Poletti ha incontrato al ministero una delegazione Pd, oggi vedrà i centristi. C'è spazio per la mediazione fino a mercoledì, quando in Senato inizieranno le votazioni. Renzi ha però avvertito tutti: non accetterà ulteriori rinvii, la riforma del lavoro è fondamentale e va approvata a palazzo Madama entro la prossima settimana. Senza incidenti e senza necessità di alcun soccorso 'azzurro' (la posizione critica di FI, in questo senso, non lo preoccuperebbe). Altrimenti, ribadiscono all'unisono dal Nazareno e dal governo, resta sempre l'arma finale del decreto. Per arrivare all'obiettivo, il premier non esiterebbe a farvi ricorso.

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