La Bce taglia le stime della crescita, pesa l'incertezza

La Bce taglia le stime della crescita, pesa l'incertezza

Riviste al ribasso le stime macroeconomiche dell'area euro per il 2011 e il 2012: il tasso di crescita del Pil dovrebbe attestarsi tra l'1,4 e l'1,8 per cento quest'anno e tra lo 0,4 e il 2,2 il prossimo.

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15 settembre 2011

Gli esperti della Bce hanno rivisto al ribasso le stime macroeconomiche dell'area euro per il 2011 e
il 2012: il tasso di crescita del Pil dovrebbe attestarsi tra l'1,4 e l'1,8% quest'anno e tra lo 0,4 e il 2,2% il prossimo. Nelle proiezioni di giugno la crescita del Pil era stimata in una forchetta compresa tra l'1,5 e il 2,3% nel 2011 e tra lo 0,6 e il 2,8% nel 2012. "Le revisioni delle prospettive per i due anni considerati - si legge infatti nel bollettino della Bce - riflettono la riduzione
della domanda estera e l'indebolimento della domanda interna, frenata tra l'altro dalla maggiore incertezza, dal peggioramento del clima di fiducia, dal calo dei corsi azionari e dai criteri piu' restrittivi di erogazione del credito". Quanto ai mesi appena trascorsi, la Banca Centrale
Europea sottolinea che la crescita nell'area euro ha registrato "una significativa decelerazione"
ma dovrebbe proseguire "a un ritmo molto moderato nella seconda metà di quest'anno". Permane "un livello di incertezza particolarmente elevato e di rischi a ribasso intensificati". Nel bollettino la Bce lancia poi un monito ai Paesi dell'Eurozona, che devono "integrare" le manovre di finanza pubblica in strategie tese a rafforzare la crescita e le politiche di bilancio. "Tutti i paesi dell'area dell'Euro - sottolinea la Bce - dovrebbero integrare le manovre di bilancio in strategie di
ampio respiro finalizzate a migliorare le posizioni di bilancio e le prospettive di crescita a lungo termine nonché a rafforzare i loro contesti istituzionali delle politiche" di finanza pubblica. Per l'Eurotower, "è della massima importanza che tutti i paesi dell'area dell'euro ottemperino rigorosamente ai propri obblighi nel quadro del Patto di stabilità e crescita" ed è pertanto "essenziale che i governi rispettino quanto meno gli impegni di risanamento dei conti pubblici previsti per quest'anno dalle procedure per i disavanzi eccessivi, e se necessario, correggano eventuali sconfinamenti".

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