La Consulta "boccia" la Robin tax

La Consulta "boccia" la Robin tax

Accolta la questione di legittimità costituzionale sull'addizionale Ires per le imprese dell'energia sollevata nel 2011 dalla Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia. Per le casse dello Stato si potrebbe aprire un buco da circa 1 miliardo di euro l'anno.

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11 febbraio 2015

 

Va in fumo la "Robin tax". E per le casse dello Stato si potrebbe aprire un buco da circa 1 miliardo di euro l'anno. La conferma è arrivata oggi quando la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza pronunciata il 3 gennaio scorso in udienza pubblica. La Consulta ha precisato che l'illegittimita' costituzionale decorre dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta Ufficiale. La cosiddetta Robin Tax e' l'addizionale Ires (ossia l'Imposta sul reddito delle societa') che tocca le aziende petrolifere ed energetiche, istituita con l'articolo 81 del decreto legge 112 del 2008 meglio nota come legge dei cento giorni. A sollevare questione di legittimita' su questa norma era stata la Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia a seguito del ricorso proposto da una rete di punti vendita di carburanti, Scat Punti vendita spa, contro l'Agenzia Entrate di Reggio Emilia. "La Robin Tax ha previsto una maggiorazione d'aliquota di una imposizione, qual e' l'Ires, che colpisce l'intero reddito dell'impresa e non i soli "sovra-profitti", perche' manca un meccanismo che consenta di tassare separatamente e piu' severamente solo l'eventuale parte di reddito suppletivo connessa alla posizione privilegiata dell'attivita' esercitata dal contribuente al permanere di una data congiuntura". E' questo uno dei principali motivi per cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale l'imposta. 

 

 

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