La crisi "chiude" trecento negozi al giorno

La crisi "chiude" trecento negozi al giorno

Da un'elaborazione dell'Ufficio Studi di Confcommercio su dati di Movimprese, emerge che nel 2009 sono nate nel nostro Paese 85.743 nuove imprese commerciali e ne sono cessate 114.016, per un saldo di -28.273.

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29 marzo 2010
La crisi non allenta la sua morsa sulle imprese commerciali italiane: sono 114

La crisi non allenta la sua morsa sulle imprese commerciali italiane: sono 114.016 quelle che hanno chiuso i battenti in Italia nel solo 2009, pari a circa 310 al giorno. Un allarme che riguarda in particolar modo i piccoli negozi al dettaglio, che hanno registrato oltre 67 mila cessazioni nel corso dell'anno da poco concluso, e a cui gli imprenditori rispondono puntando il dito contro l'eccessiva burocrazia e il troppo lento se non inesistente riposizionamento strategico dalla manifattura ai servizi. E per uscire da questa situazione, chiedono al governo maggiori incentivi fiscali, riforme amministrative e una più convinta lotta alla contraffazione. Da un’elaborazione dell'Ufficio Studi di Confcommercio su dati di Movimprese emerge che nel 2009 sono nate nel nostro Paese 85.743

nuove imprese commerciali e ne sono cessate 114.016, per un saldo di -28.273, mentre concentrandosi sul solo commercio al dettaglio, il saldo è negativo per 16.188 unità, con 50.988 nuove aperture e 67.176 chiusure. Secondo Mariano Bella, responsabile Ufficio Studi di Confcommercio, queste cifre fanno riflettere. Se da un lato la taglia esigua delle imprese costituisce la forza di questo Paese, “dall'altro questo e' anche un fattore di freno, soprattutto per quanto riguarda l'investimento in innovazione, ricerca e marketing per acquisire sostenibili posizioni competitive internazionali”. a situazione comunque, non riguarda solo l’annus horribilis dell'economia italiana: anche ampliando l'arco temporale di riferimento all'anno precedente il saldo tra imprese nate e imprese chiuse resta negativo per 67.133 unità, dato in cui pesano per oltre il 50% i negozi al dettaglio, il cui saldo nello stesso nel biennio 2008-2009 è negativo per 38.531 unità. I dati relativi alle cessazioni comprendono anche le cessazioni d'ufficio per inattività operate dalla Camera di Commercio nei confronti di imprese inattive per oltre tre anni. Citando alcuni dati di Seac Confcommercio su un campione di 100.000 piccole e medie imprese, Bella sottolinea che “tra il 2007 e il 2008 è raddoppiato il numero di imprese in perdita: se nel 2007 l'80% delle pmi italiane ha chiuso in utile, solo il 40% ha archiviato il 2008 in positivo”. E facendo una stima sull'anno appena concluso, continua l'esperto, “considerato che il Pil ha segnato un -1,3% nel 2008 e un -5% nel 2009, è comprensibile anche dal punto di vista statistico che ci sia una moria drammatica in termini di imprese”.

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