La crisi ferma le macchine movimento terra

La crisi ferma le macchine movimento terra

Nei primi nove mesi dell'anno Ascomac-Cantiermacchine rileva un calo del 30 per cento. Esposito: "la situazione è veramente drammatica e richiede provvedimenti urgenti per evitare la paralisi totale di un settore fondamentale".

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2 novembre 2011

La crisi economica che investe da tempo il settore delle costruzioni sta creando gravissime ripercussioni anche sul comparto delle macchine movimento terra impiegate nei cantieri, nelle manutenzioni stradali, negli interventi di sistemazione territoriale. Dal 2007 al 2010 la domanda di macchine movimento terra e da cantiere in Italia si è infatti più che dimezzata: dalle 30.120 unità si è passati alle 13.424 del 2010, con un crollo del 55%. Nell'anno in corso la situazione del mercato è ulteriormente peggiorata. Le ultime rilevazioni relative alle macchine vendute in Italia nel periodo gennaio-settembre 2011 testimoniano un ulteriore preoccupante calo della domanda in tutti i suoi segmenti: le macchine movimento terra tradizionali registrano un calo rispetto allo stesso periodo del 2010 di quasi il 30%. Considerato che le dinamiche relative a queste macchine costituiscono uno dei principali indicatori della ripresa o meno del mercato delle costruzioni, in quanto strumenti necessari all'attivazione di nuovi cantieri, il dato emerso conferma lo stato di gravissima crisi in cui versano le costruzioni. La contrazione del mercato è pesante anche nel comparto dei miniescavatori (-25%), macchine tradizionalmente vicine al settore dell'edilizia residenziale. Ancora più rilevante risulta il calo per le macchine destinate ai lavori stradali dove si raggiungono livelli critici con cali, come nel caso delle vibro finitrici e dei rulli , intorno al 50%. E' un indicatore chiaro della paralisi di un segmento, quello dei lavori stradali, essenziale per la vita dei cittadini e per la qualità della mobilità e della capacità competitiva del Paese. "La situazione fotografata dagli ultimi dati - dichiarato il presidente di Ascomac Cantiermacchine Amedeo Esposito - è veramente drammatica e richiede provvedimenti urgenti per evitare la paralisi totale di un settore fondamentale come quello dell'edilizia e delle costruzioni". In primo luogo occorre un "rilancio delle infrastrutture attraverso l'utilizzo dei fondi FAS e dei Fondi strutturali; così come è necessario dare nuovo slancio al Piano casa, passando ad un Piano di riqualificazione urbana come abbiamo proposto insieme all'intera filiera attraverso Federcostruzioni. Essenziale è utilizzare i soldi già disponibili per quelle piccole opere di cui già si dispone dei progetti, allentando i vincoli dettati dal Patto di Stabilità interno", ha aggiunto Esposito. Per Ascomac Cantiermacchine, inoltre la crisi può e deve diventare un'opportunità sul piano della crescita tecnologica e della qualità: noi chiediamo di sostenere con politiche fiscali adeguate l'investimento in innovazione tecnologica per un comparto che deve fornire al cliente finale un prodotto sempre più attento alla qualità, alla sicurezza e all'efficienza energetica puntando su macchine a ridotta emissione inquinante. Al Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo chiesto una normativa che sostenga, anche economicamente, da un lato, la domanda del cliente/utilizzatore finale, sempre più chiamato a realizzare opere e infrastrutture efficienti ed ecosostenibili; dall'altro l'offerta di beni strumentali efficienti, a ridotto impatto ambientale e tecnologicamente sicuri".

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