La "fotografia" del commercio sul territorio

La "fotografia" del commercio sul territorio

Dall'Ufficio Studi Confcommercio un'analisi sull'evoluzione e sulla struttura territoriale della distribuzione commerciale al dettaglio tra il 2002 e il 2008 . Aumentano gli esercizi del comparto "non food". Alimentari in calo di oltre 11.500 unità.

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4 aprile 2009
Commercio: rapporto sulle economie territoriali

Commercio: rapporto sulle economie territoriali

 

L’Ufficio Studi Confcommercio, ha realizzato un’analisi sull’evoluzione e sulla struttura territoriale tra il 2002 e il 2008 della distribuzione commerciale al dettaglio. Tra i dati più significativi, si nota l’aumento del numero di esercizi del piccolo dettaglio (+5,4%) ma con andamenti differenziati tra il comparto food e non food; si riduce, infatti, il numero degli esercizi al dettaglio alimentare di oltre 11.500 unità ed aumentano di oltre 63mila unità quelli del comparto non food. In aumento anche la grande distribuzione, soprattutto al Sud con un incremento di oltre 1.800 strutture (+55%). A livello regionale, il piccolo dettaglio alimentare registra le maggiori flessioni in Friuli Venezia Giulia (-17,3%), Trentino Alto Adige (-16,3%), Lombardia (-14,9%) e Piemonte (-14%); i negozi di abbigliamento-calzature-cosmetici crescono di più nel Lazio (+28,8%), Sicilia (+17,4%), Sardegna (+16,7%), Campania (+14,4%). Per ciò che riguarda il commercio ambulante ed itinerante, sono oltre 160mila i punti vendita con un incremento di poco superiore alle 35mila unità di cui quasi la metà concentrate nel Mezzogiorno.

Pur nell’incertezza della crisi che perdurerà ancora a lungo, oggi l’Italia è ancora caratterizzata da un ampio e diffuso pluralismo dei formati e delle formule commerciali e contempera anche elementi di vitalità, come il fiorire di nuove imprenditorialità, assieme a elementi di debolezza (primo fra tutti la questione della produttività totale che, nel 2008, si è ridotta di circa 1,5 punti percentuali).

Il dato più preoccupante in assoluto riguarda, comunque, la riduzione netta, negli ultimi sette anni (tra il 2002 e il 2008), del numero dei piccoli esercizi alimentari specializzati al dettaglio che, rapportato alla crescita della popolazione italiana nello stesso arco di tempo (pari a circa due milioni), evidenzia due aspetti contrapposti: da un lato la crescita potenziale del bacino di utenza per singolo negozio; dall’altro, la riduzione, per questa tipologia distributiva, del suo peso commerciale, a causa soprattutto dell’incremento dei costi fissi di gestione e della progressiva riduzione dei margini unitari dovuta alla stagnazione dei consumi.

 

 

 

 

 

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