La manovra va avanti tra refusi e polemiche

La manovra va avanti tra refusi e polemiche

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30 giugno 2010
Acque agitate a poche ore dal voto finale sulla manovra, che avverrà tra oggi e domani in commissione Bilancio al Senato

Acque agitate a poche ore dal voto finale sulla manovra, che avverrà tra oggi e domani in commissione Bilancio al Senato. La situazione politica generale non aiuta certo a rasserenare gli animi e circolano voci su scontri circa le misure da adottare tra il premier, Silvio Berlusconi, e il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. Voci però smentite dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. L’opposizione ne approfitta per lanciare stoccate all’indirizzo della 'tenuta' dell’Esecutivo e il dibattito più che sulla manovra si concentra sul possibile ricorso alle urne e sullo scompaginarsi della maggioranza. Ma a riportare il dibattito su temi più tecnici ci pensano le imprese e le Regioni. Le prime (vedi articolo allegato, ndr) tutte insieme, lanciano un allarme sulla parte fiscale della manovra. Le seconde tornano all’attacco. Ad esempio Renata Polverini che nei giorni scorsi si era dimostrata disponibile a riaprire il dialogo ieri ha tagliato corto: “Tremonti non può trattarci così”. E il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dice: “cambiare la manovra è una necessità”. Poi avverte: “il ministro Tremonti deve cambiare modo di rivolgersi alle Regioni”.

Infine il relatore della manovra, Antonio Azzollini, si difende e spiega che il taglio delle tredicesime non è stata una sua idea e conferma la tesi del 'refuso' del ministro Maurizio Sacconi sui contributi. Ma c’è già chi chiede la sua 'testa': il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, si dice infatti “sconcertato dall'emendamento presentato da Azzollini” e chiede le dimissioni del senatore.

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