LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO

LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO

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15 novembre 2007
Sulla rottura delle trattative

Sciopero del commercio: la posizione di Confcommercio

 

Il punto sulla trattativa

 

·   Le trattative sono ferme, non sugli aumenti salariali su cui c’è disponibilità a discutere, ma perché la piattaforma sindacale arriva a costare complessivamente, tra aumenti salariali, ulteriori oneri e richieste di irrigidimento, quasi il 9% di incremento di costo, di cui circa il 6% di aumento delle retribuzioni e quasi il 3% per richieste NON economiche.

·   Non ci sono spazi per trattare insieme aumenti salariali, costi aggiuntivi e richieste normative che riducono ulteriormente la flessibilità. Serve una risposta complessiva, un punto di equilibrio della piattaforma contrattuale.

·   Il contratto del Terziario comprende altri costi aggiuntivi, in particolare il costo dei fondi (es. previdenza, assistenza sanitaria, ecc.) che si aggiunge alla richiesta di aumenti salariali e riduce i margini di trattativa sugli altri aspetti.

·   Non abbiamo condiviso il Protocollo su welfare e mercato del lavoro, che si somma alla piattaforma, ma la rottura delle trattative non è un atto contrario al Protocollo e questo non deve essere materia di confronto con il Sindacato.

·   Abbiamo posto i seguenti temi:

o  flessibilità organizzativa

o  recupero di produttività

o  corretta governance degli Enti Bilaterali,

 

che sono tutti argomenti da rinnovo contrattuale e sui quali attendiamo una posizione di sintesi della controparte sindacale.

 

 

Salari /costo lavoro/ Produttività

 

·   Si deve iniziare a ridurre la “forbice� tra costi del sistema e redditi da lavoro. In Italia, infatti, si assiste ad un paradosso: oneri più alti d’Europa e salari più bassi.

·   Il costo del lavoro, la flessibilità nei modelli organizzativi, il numero delle ore effettivamente lavorate, l’organizzazione degli orari sono gli elementi attorno a cui ruota la tanto invocata produttività, che oltre al livello decentrato di contrattazione deve trovare strumenti di agibilità già nel CCNL per sostenere la concorrenzialità soprattutto delle PMI.

·  Il valore aggiunto del terziario è la capacità di offrire al meglio il servizio. Le imprese della distribuzione devono essere messe in condizione di offrire il servizio ed il prezzo migliore al cliente. Solo così le aziende possono garantire stabilità e futuro ai propri dipendenti.

·  L’atto del consumo, non si esaurisce con l’acquisto, ma “vive� di tutto quello che lo rende possibile: il luogo, il contesto, la qualità del servizio, il tempo.

 

Sullo sciopero

 

·  Se da un lato si promuove la bilateralità, che è partenariato, dall’altro non si può immaginare che il negoziato passi unicamente tramite il conflitto e la contrapposizione.

·  Ognuno esercita correttamente il proprio ruolo, ma nella complessa situazione economica in cui ci troviamo occorre responsabilità di entrambe le parti per trovare soluzioni sostenibili.

·  Disposti a riaprire le trattative in presenza di concreti segnali nelle direzioni auspicate.

·  Per riprendere il dialogo è necessaria una sintesi accettabile tra le numerose, disparate richieste e coniugare un eventuale aumento con un recupero di flessibilità oraria e di produttività misurabile.

·  Occorre ripensare il sistema delle relazioni sindacali.

·  Le mutate esigenze di gestione delle imprese del terziario vanno colte ed è quindi inevitabile una manutenzione dell’accordo del ’93.

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