LA SINTESI DEL VOLUME "PRATICHE DI GOVERNO PER IL COMMERCIO NELLE CITTA'"

LA SINTESI DEL VOLUME "PRATICHE DI GOVERNO PER IL COMMERCIO NELLE CITTA'"

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11 luglio 2007
Pratiche di governo per il commercio nelle città


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


"Pratiche di governo per

 il commercio nelle città"

 

 

 

 

 
Roma, 11 luglio 2007

 

 

 

Il tema dell’integrazione tra pianificazione urbanistica e programmazione commerciale, in virtù della stretta interconnessione esistente tra i due piani di attività, impone di affrontare la questione del rapporto tra competitività economica e aree urbane considerandole come due facce della stessa medaglia.

E di affrontarla ponendo subito un duplice macro-obiettivo:

 

1.    promuovere progetti integrati per affrontare la complessità dei problemi di natura sociale, ambientale ed economica presenti nelle aree urbane e realizzare la riqualificazione fisica delle città e dei territori;

 

2.    costruire una nuova cultura ove la qualità delle aree urbane rappresenti un irrinunciabile patrimonio di tutti e possa costituire uno dei perni essenziali attorno a cui far ruotare lo sviluppo delle componenti economiche e sociali;

 

Già la riforma del commercio del 1998 â€" il c.d. decreto Bersani - rappresenta, da questo punto di vista, un’importante innovazione culturale stabilendo la stretta relazione che deve intercorrere tra le attività commerciali e la pianificazione territoriale e urbanistica. Un’interrelazione caratterizzata da specifici elementi di cui bisogna tener conto se sui vuole far funzionare i processi di pianificazione orientati all’ascolto e alla comprensione delle ragioni di ciascun soggetto sociale, cittadini e imprese.

 

 

La qualità delle aree urbane come punto di partenza

 

Il primo di questi elementi riguarda la qualità dello spazio pubblico come fattore di sviluppo economico e sociale. Tema che, ai fini del successo dei processi di pianificazione, deve essere analizzato alla luce delle questioni che le attività economiche sviluppano nell’interazione quotidiana con le aree urbane.

Quali, quindi, gli obiettivi prioritari per il raggiungimento di un adeguato standard qualitativo dei centri urbani?

 

·        soffermarsi sul commercio e sulla pianificazione della città ponendo le premesse per generare il miglior coordinamento tra commercio e ambito urbano;

 

·        aiutare le amministrazioni pubbliche a definire processi di pianificazione urbanistica e di programmazione del sistema distributivo valorizzando i centri storici e le aree urbane;

 

·        definire la programmazione commerciale con l’obiettivo di:

- favorire l’integrazione con le altre funzioni di servizio a carattere collettivo;

- realizzare condizioni di equilibrio tra le diverse tipologie e formule distributive;

- riqualificare i centri storici e le aree urbane rivitalizzando le attività commerciali;

- sviluppare una programmazione diretta al potenziamento del mix merceologico dei sistemi commerciali urbani;

- migliorare la funzionalità delle reti di piccola e grande comunicazione viaria;

-         migliorare la funzionalità del sistema della sosta, la mobilità delle merci e delle persone;

-         definire politiche di incentivazione e sostegno delle attività economiche;

 

·        incrementare le infrastrutture e potenziare le reti immateriali;

 

·        migliorare i servizi;

 

·        coniugare sviluppo e rispetto per l’ambiente.

 

Una volta stabiliti gli obiettivi, è necessario definire linee di azione e strategie per promuovere lo sviluppo economico. In particolare:

 

·        potenziare e migliorare l’attrattività dei sistemi commerciali urbani e dei luoghi di commercio fornendo strumenti per l’innovazione che permettano di combattere le situazioni di disagio e di marginalità;

 

·        favorire l’incremento e l’attrazione di investimenti per migliorare:

- i servizi alle imprese

- i servizi per il tempo libero

- il sistema della cultura

- il sistema dell’accoglienza e dell’ospitalità

- l’offerta commerciale

- il sistema della ricerca e della formazione

- le azioni di tutela e conservazione del patrimonio architettonico

- le azioni di tutela e conservazione del patrimonio naturale

 

·        valorizzare le aree urbane anche attraverso politiche di coesione sviluppate per garantire una efficace integrazione fra ambiti diversi di pianificazione, come,ad esempio, le città caratterizzate dalla concentrazione di strutture sociali ed economiche o i sistemi territoriali rilevanti sotto il profilo economico, turistico o culturale

 

·        combattere il crescente declino dei centri urbani come luoghi deputati al gioco degli scambi;

 

·        dare risposte al tema dell’equilibrio tra piccola impresa commerciale e grande distribuzione, ma anche a quello legato a misure e interventi concreti orientati ad evitare la desertificazione commerciale dei centri urbani in una logica che renda possibile la competitività tra centri commerciali naturali e centri commerciali pianificati;

 

·        rendere possibili ammodernamenti e razionalizzazioni finalizzate a promuovere condizioni di competizione equilibrata tra le diverse tipologie di vendita.

 

 

 

Il ruolo del commercio nelle aree urbane

 

I settori della distribuzione commerciale concorrono in misura rilevante alla costruzione dei sistemi urbani, alla loro qualità, alla loro vivibilità e richiedono pratiche di pianificazione territoriale e urbanistica orientate a conciliare i molteplici di interessi che si giocano nel territorio. Una possibile checklist in sede di pianificazione dovrebbe quindi:

 

·        considerare che la funzione di integrazione sociale svolta dal commercio potrebbe rivestire in futuro un’importanza ancora maggiore in seguito al progressivo invecchiamento della popolazione;

 

·        considerare che il mantenimento del commercio, tanto nel centro delle grandi città quanto in ambienti urbani o rurali, inibisce i fenomeni di desertificazione urbana e sociale;

 

·        considerare l’elevato significato sociale dei sistemi commerciali delle aree urbane, veri e propri luoghi di riferimento per intere comunità, e considerare le profonde carenze infrastrutturali che, in molti casi, caratterizzano tali sistemi;

 

·        considerare che le logiche insediative che hanno contrassegnato il sorgere e lo sviluppo delle concentrazioni commerciali urbane e la loro conseguente organizzazione urbanistica presentano nodi che vanno affrontati e risolti per compiere quel salto di qualità che dovrà consentire di trattare le concentrazioni di singoli punti di vendita come sistemi commerciali organizzati unitariamente;

 

·        considerare che i sistemi commerciali urbani potrebbero operare con regole e metodologie analoghe a quelle utilizzate dai centri commerciali pianificati;

 

·        considerare l’importanza di soffermarsi a trovare soluzioni ai temi posti dall’accessibilità e dalla sosta dei veicoli destinati alla mobilità delle persone e delle merci;

 

·        considerare che il mantenimento della forza di attrazione di un centro commerciale naturale richiede una elevata qualità dello spazio commerciale e dello spazio urbano;

 

 

Dai singoli punti vendita ai centri commerciali naturali

 

Si sta delineando in maniera sempre più evidente una vera e propria innovazione culturale che vede i piccoli operatori commerciali prendere coscienza che il miglior destino del proprio punto di vendita è sempre più legato all’efficacia e all’efficienza del sistema urbano di cui l’attività economica è parte integrante.

Si pone quindi l’esigenza di valorizzare e potenziare l’assetto commerciale da un lato, e gli elementi fisici che caratterizzano lo spazio urbano, dall’altro, superando logiche operative individuali e predisponendosi ad operare mediante il ricorso a nuovi strumenti e, soprattutto, una nuova cultura imprenditoriale.

Una cultura di marketing specializzato, da cui dipende gran parte dell’efficacia operativa di un centro commerciale naturale, che sappia basarsi sulla capacità di definire politiche di marketing aziendale o di sistema per meglio:

 

·        precisare gli obiettivi da raggiungere

·        comprendere l’ambiente in cui si opera

·        migliorare le strategie di posizionamento

·        comunicare con i cittadini

 

In questo contesto, risulta fondamentale il ruolo degli attori pubblici locali (pubbliche amministrazioni, ma anche aziende fornitrici di servizi) e le rappresentanze territoriali delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nella definizione di politiche soprattutto per quanto riguarda:

 

·        l’attrattività e il mix merceologico del centro commerciale naturale

·        l’accessibilità e la sosta

·        la qualità architettonica e ambientale del contesto urbano

·        la qualità architettonica del sistema dei negozi

·        l’attività di animazione

·        l’attività di promozione

 

 

Un caso di buone pratiche in corso: il Piano Urbano del Commercio di Cinisello Balsamo

 

Il Piano Urbano del Commercio (PUC) del Comune di Cinisello Balsamo, città di oltre 72.000 abitanti, a nord di Milano, nasce da un innovativo “Accordo di Collaborazione� elaborato insieme all’Unione del Commercio, del Turismo, dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano.

Punto di partenza dell’Accordo, la necessità della conoscenza della realtà come condizione essenziale per potere mettere in cantiere processi di trasformazione urbana e di rivitalizzazione commerciale con l’obiettivo di mantenere sempre elevata la relazione tra i due sistemi. Ma anche e soprattutto, costruire politiche per dare risposte al tema dell’equilibrio tra piccola impresa commerciale e grande distribuzione in una logica che renda possibile la competitività tra sistemi commerciali urbani e centri commerciali pianificati.

Si è quindi, proceduto ad analizzare la città non solo da un punto di vista macro, quartiere per quartiere, ma anche a livelli micro, e cioè via per via, palazzo per palazzo, negozio per negozio, ecc., secondo alcuni punti cardine, tra cui:

 

·        analisi della rilevanza sociale, culturale e normativa del commercio;

 

·        analisi dello sviluppo urbano dal punto di vista del tessuto edilizio, delle funzioni, della trama viaria e del patrimonio arboreo;

 

·        costruzione di mappe di localizzazione dei reticoli viari di un vasto territorio sovracomunale compreso entro le province di Milano, Lecco e Como ove si attestano i principali sistemi commerciali urbani dei comuni confinanti;

 

·        analisi per numero e dimensione (metri quadrati di vendita) di tutte le attività commerciali, piccole medie e grandi, presenti in città per l’elaborazione di mappe tese a far risaltare le attività presenti;

 

·        analisi, per numero e dimensione, di altre attività come l’artigianato e i servizi, per la creazione di possibili sinergie;

 

·        analisi del rapporto tra domanda e offerta commerciale per mettere in relazione la richiesta di servizi commerciali da parte delle famiglie e la capacità di offerta fornita dalle attività commerciali;

 

·        focalizzazione e definizione dei sistemi commerciali urbani e dei centri commerciali naturali per una migliore impostazione degli ambiti di operatività dei due sistemi;

 

·        individuazione delle azioni di riqualificazione urbana e rivitalizzazione economica necessarie per il miglior funzionamento delle attività nell’interesse dei cittadini;

 

·        Elaborazione di un “Glossarioâ€� per facilitare, nell’ambito di un percorso di progettazione partecipata, la comprensione di termini tecnici che, talvolta, bloccano le interazioni dei cittadini e dei commercianti.

 

 

Il Piano Urbano del Traffico: vincoli e opportunità

 

Anche il tema della mobilità e dei trasporti, unitamente a quello della qualità urbana, non può prescindere dal confrontarsi con le problematiche che commercio, turismo, servizi e professioni sviluppano nell'esercizio delle rispettive attività.

Affrontare i temi attinenti alla circolazione e alla sosta, in una logica che porti le amministrazioni comunali a tener conto dei settori della distribuzione, significa in sostanza:

 

  • realizzare una pianificazione delle aree di sosta a seconda della funzione da ciascuna assolta (e quindi, in riferimento alla loro dislocazione spaziale, al loro dimensionamento ed alla loro attrezzatura);

 

  • sviluppare il trasporto pubblico, coordinarne le varie modalità e accrescerne la complementarietà con il trasporto privato.

 

Va tenuto presente che non sempre la chiusura dei centri storici risolve i problemi: talvolta li sposta semplicemente verso la periferia. Le limitazioni del traffico (aree protette, zone a traffico limitato) non sempre comprimono la domanda di sosta; a volte anzi la esaltano sia all'interno sia lungo il perimetro dell'ambito di intervento.

È necessario, allora, che i problemi attinenti l’attuazione dei Piani Urbani del Traffico vengano affrontati e risolti su due fronti: quello delle politiche della restrizione e quello delle politiche delle infrastrutture. Due piani che non devono essere considerati alternativi, ma che concorrono entrambi alla soluzione del problema, e che devono essere coordinati tra loro e applicati anche attraverso la collaborazione della collettività. Tenendo sempre presente che il criterio guida per la redazione dei Piani deve essere quello dell'integrazione con tutti gli altri strumenti di governo del territorio.

Per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi il mantenimento dei livelli di efficienza del sistema terziario non può prescindere dai livelli di efficienza del sistema territoriale, dalla qualità urbana, dall'uso di città.

Pertanto, l’attuazione del Piano Urbano del Traffico dovrà tener presente che:

 

·        il commercio vive in relazione allo spazio pubblico (strada, piazza) ed alle possibilità di mobilità che vengono garantite al singolo cittadino;

·        il turismo necessita di accessibilità, mobilità ed elevati livelli di accoglienza ed orientamento;

·        per i servizi, sia al singolo cittadino sia alle imprese, sono prioritarie accessibilità e mobilità.

 

Uno scenario di necessità a cui non possono essere fatte mancare predisposizioni ed infrastrutture atte a dare risposte ad un valido e razionale funzionamento della distribuzione delle merci in città.

E quindi garantire la presenza di un adeguato patrimonio di aree per il carico e scarico delle merci, razionalmente distribuito su tutto il territorio in base ad una logica operativa che tenga conto del rapporto tra piazzole esistenti e presenza di attività commerciali.

In conclusione, la complessità dei problemi evidenzia la necessità di attivare metodologie di intervento di ampio respiro. Non solo, quindi, integrare gli strumenti di pianificazione esistenti (Piano Regolatore Generale, Piano Urbano del Traffico, Piani di Lottizzazione, Piani della mobilità e dei trasporti, Piani commerciali, ecc.), ma anche e soprattutto, superare (ai fini della pianificazione) i confini amministrativi del singolo Comune.

Non è proponibile, infatti, l’ipotesi di risolvere i problemi di mobilità su scala urbana ignorando le problematiche che caratterizzano il territorio più ampio, nelle sue relazioni di carattere sovracomunale, provinciale, regionale.

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