LA SINTESI DELL'INDAGINE
LA SINTESI DELL'INDAGINE
"Infrastrutture e logistica: la via per il futuro"
Correggere lo strabismo
per essere competitivi
A cura del Csst
Centro Studi sul Sistema di Trasporto
Sintesi per la stampa
Roma, 13 giugno 2007
Lo stato attuale. L’infrastrutture in Italia sono ferme alle progettazioni degli anni Novanta. Il deficit infrastrutturale grava di 100 miliardi di € l’anno sul nostro sistema economico. L’Italia per adeguare la propria rete di trasporti necessita di 120 miliardi di €. L’inadeguatezza della nostra dotazione infrastrutturale, si riflette in modo pesante sull’efficienza del sistema dei trasporti, proprio quando quest’ultimo, per effetto della rivoluzione logistica e dell’introduzione su vasta scala dell’informatica e della telematica, assume un ruolo decisivo nella competizione tra territori. La perdita di potenziale economico risulta tanto più grave da quando il nostro Paese non è più “marca di frontiera� appetibile nei rapporti di cerniera tra Est ed Ovest.
Va segnalato che nell’Europa centrale sono in corso di avanzata realizzazione (con il sostegno comunitario) assi “orizzontaliâ€� di mobilità dalla Spagna all’Est europeo. A Nord, delle Alpi si costruiscono infrastrutture, di tipo autostradale e ferroviario (veloce) che spostano, sempre più verso Est il baricentro geo â€" economico dell’Europa.
La debolezza infrastrutturale. La debolezza infrastrutturale italiana rappresenta una criticità storica che, negli ultimi 20 anni, nel confronto con i principali partner europei, è andata, purtroppo, ulteriormente aggravandosi.
Per quanto riguarda in particolare lo sviluppo della rete autostradale, negli ultimi 10 anni, la rete autostradale italiana ha fatto registrare un incremento di appena il 4,8%, notevolmente al di sotto di Spagna + 19,1%, Francia + 32,7%, Portogallo + 142, 2%.
Da sottolineare inoltre, come Paesi come la Francia, il Regno Unito, la Germania, il Belgio e l’Olanda che nel 1985 distaccavano l’Italia sul fronte della dotazione di infrastrutture in rapporto al PIL, nel 2005 hanno ulteriormente allungato il passo, ma ciò che è ancor più grave, nazioni che 20 anni fa conseguivano risultati peggiori dei nostri, sono, oggi, davanti a noi, o in fase di imminente sorpasso. Esemplare a questo proposito la performance della Spagna.
Livello di dotazioni di infrastrutture in rapporto al Pil (numeri indici CEE = 100)
Paesi | Trasporti | ||
1985 | 1999 | 2005 | |
Lussemburgo Olanda Belgio Germania Regno Unito Francia Italia Danimarca Spagna Portogallo
CEE | 268,1 244,7 203,6 163,1 152 119 105,1 80,5 71,1 47,1
100 | 273 260 224,7 226 210 187 109,6 107 94,7 51,8
100 | 290 282 240,2 261 245,3 202 120 119 131 68
100 |
Fonte: C.S.S.T. - Anno 2006
Trasporti ed accessibilità .
I traffici, soprattutto su strada, tendono a crescere, in termini di tonn-km, e più ancora in termini di veicoli-km, molto più dei volumi complessivi di movimentazione delle merci e dello stesso PIL.
La crescita dei veicoli-km sia per il trasporto delle merci che per il trasporto viaggiatori, soprattutto con autovettura privata, incontra sempre più fattori di ostacolo per effetto della congestione data soprattutto dalla scarsa connettività delle reti e delle scarse accessibilità dei territori, con un forte appesantimento dei nodi autostradali.
La figura che segue fornisce una lettura sovrapposta di due fenomeni distinti, ma fortemente correlati.
Il primo set di informazioni viene fornito dalla diversa intensità di colore con cui sono evidenziati i territori provinciali. Come chiarito in legenda, le aree contraddistinte dal blu di maggiore intensità identificano i territori in cui più intensi sono i fenomeni di congestione della rete stradale ed in cui conseguentemente, più penalizzata appare l’accessibilità territoriale.
E’ facile trovare, dunque, all’interno della figura, territori con un indice di accessibilità /impedenza superiore al 50%, ovvero con un tasso medio di dilatazione dei tempi di percorrenza della rete stradale, rispetto a normali condizioni di esercizio, provocato dalla congestione, superiore al 50%.
La seconda serie di informazioni è fornita dalle percentuali evidenziate nei riquadri circostanti la cartina, che forniscono il peso del traffico locale (scambi in ambito metropolitano entro un raggio di 50 Km) sul traffico totale presso alcuni nodi autostradali.
E’ evidente come, presso le più congestionate aree metropolitane, il traffico locale, per mancanza di valide alternative, impegna in maniera prevalente la rete autostradale (nella figura con percentuali dal 52 fino al 74% del traffico totale), che finisce,così, con il tradire - e con lo svolgere peggio - la sua naturale funzione a servizio della media e lunga percorrenza.
Eccessiva dilatazione dei tempi di percorrenza ed uso “improprio-locale� di tratti della rete autostradale sono, dunque, due diverse rappresentazioni di un medesimo fenomeno: lo stato di crisi in cui verte la mobilità presso le principali aree metropolitane del Paese.
Livelli di accessibilità territoriale e peso degli scambi in ambito metropolitano entro un raggio di 50 km su rete autostradale
Fonti: Road Map per i trasporti - Confcommercio Anno 2005 - Il capitalismo delle reti - Aiscat Anno 2006
Qualche cifra per chiarire gli ordini di grandezza
L’inefficienza (fisico-organizzativa) dei trasporti e della logistica, misurata dalla relazione tra i valori della produzione industriale e quelli riferiti ai costi di trasporto e logistica, denota un gap di competitività del nostro sistema economico.
Nella UE a 15 la produzione industriale vale 4.648 mld. € ed i costi di trasporto/logistica pesano per il 16%. In Italia la produzione industriale vale 904 mld € ed i costi di trasporto e logistica ammontano a 198 mld €, pesando per circa il 20%.
Abbassare questa incidenza ai livelli europei significa recuperare competitività per circa 40 mld. €: un valore superiore a quello della manovra economica che ci viene chiesta dall’Unione Europea.
La tassazione sui veicoli ha raggiunto in Italia il valore di 70 mld €, di cui 25 mld € circa a carico dell’autotrasporto. In rapporto al PIL è il prelievo più alto in assoluto in Europa:
ü Italia                         6%
ü Gran Bretagna             4%
ü Francia e Germania       3,7%
ü Spagna                      3,2%
La domanda che sorge spontanea è: quante di queste risorse vengono destinate ai trasporti?
I costi
Sul piano dello sviluppo reale dei servizi per quanto riguarda il trasporto di merci su strada, il costo-km in Italia è più alto in assoluto rispetto agli altri paesi Europei, mentre il costo orario è più allineato solo perché siamo costretti a stressare le risorse produttive autisti e camion.
Infatti per percorrere 100.000 km-anno occorrono mediamente 2.000 ore in Italia, contro le 1.818 di Francia e Germania.
â€" Costo-km e costo-orario (€) dell’Italia a confronto con gli altri Paesi Europei â€" Anno 2006
|
| Costo orario - Autotrasporto (1) | Costo chilometrico - Autotrasporto (2) |
PAESI |
| Gennaio 2006 | |
ITALIA |
| 72,925 | 1,451 |
GERMANIA |
| 70,946 | 1,289 |
FRANCIA |
| 73,701 | 1,340 |
SPAGNA |
| 53,855 | 1,078 |
POLONIA |
| 42,312 | 0,845 |
AUSTRIA |
| 61,516 | 1,230 |
UNGHERIA |
| 47,742 | 0,953 |
SLOVENIA |
| 56,593 | 1,132 |
ROMANIA |
| 36,430 | 0,729 |
Fonte: Comitato Centrale Albo Autotrasportatori - Ministero dei Trasporti - Anno 2006
(1) I costi orari sono stati calcolati sulla base delle velocità  commerciali che tengono conto delle dotazioni infrastrutturali. E' opportuno evidenziare che una minore velocità  media significa una minore produttività  ed aggravio dei costi, a causa del maggior numero di ore necessarie per realizzare i servizi.
(2) Per il costo chilometro dei servizi di trasporto va specificato che al netto dei ristorni anche fiscali, diventa comparabile e si allinea a quello degli altri Paesi maggiormente competitivi come Francia e Germania.