La Ue cerca l'intesa sulla flessibilità

La Ue cerca l'intesa sulla flessibilità

A Ypres un vertice europeo decisivo per il futuro dell'Europa: Merkel apre a maggiore flessibilità, ma Renzi e Hollande chiedono di più. Juncker sempre in pole position come sostituto di Barroso.

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26 giugno 2014
La cancelliera Angela Merkel tende una mano a Renzi, ma i leader europei cercano ancora una sintesi tra socialisti e popolari sull'interpretazione da dare alla flessibilità, già contenuta nelle regole del Patto di stabilità e crescita. Tuttavia, quasi tutti sono pronti a sostenere la designazione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue, anche se temono qualche colpo basso di David Cameron, rimasto praticamente da solo a opporsi all'ex premier lussemburghese. E sul fronte nomine si preparano, una volta 'sdoganato' Juncker, a convocare un vertice straordinario per decidere anche su 'Mr Pesc' e sul prossimo presidente del Consiglio Europeo. Questo, in sintesi, lo scenario nel quale si aprie oggi a Ypres il vertice europeo dal cui dovrebbero uscire, oltre al nome del successore di Barroso, anche precise indicazioni sul programma di lavoro della prossima Commissione europea, la cosiddetta 'Agenda strategica'. Nell'ambito della quale i leader si confronteranno sul concetto di flessibilità con l'obiettivo di uscire dalla logica di politiche basate solo su rigore e austerità per passare ad azioni in grado di rilanciare la crescita e l'occupazione. Ieri la cancelliera Angela Merkel ha insistito sulla necessità di utilizzare sia i limiti che i margini di manovra già previsti dalle regole del Patto. "Dobbiamo usarli entrambi, esattamente come abbiamo fatto in passato", ha detto davanti al Bundestag. "Il Patto permette la necessaria flessibilità per rendere possibile un consolidamento dei bilanci che aiuti la crescita", ha poi aggiunto, sottolineando che "una crescita stabile può essere raggiunta solo con riforme strutturali sostenibili". Parole certo accolte con favore rispetto alle rigidità di qualche mese fa, ma che non sono bastate a rassicurare del tutto il fronte socialista, con Italia e Francia in testa. Tanto che il governo di Matteo Renzi sembra continuare a puntare su un'ulteriore modifica del testo dell'Agenda che approderà sul tavolo dei leader con l'obiettivo di specificare meglio che cosa si intende per flessibilità. Non per ottenere modifiche delle regole e soluzioni 'su misura' per le esigenze italiane, si puntualizza. Ma per evitare che dopo l'adozione del documento ci si trovi a dover spiegare (e negoziare) ancora che
cosa si intende per flessibilità. La delicata partita sul Patto si giocherà durante la cena di stasera a Ypres, località scelta per commemorare il centenario della Grande Guerra. E rischia di essere resa ancora più complicata dalle mosse a sorpresa che il premier inglese David Cameron potrebbe tentare per uscire dall'angolo in cui è finito a causa della strenua opposizione alla nomina di Juncker. Tra le ipotesi che circolano c'è anche quella del ricorso, da parte di Londra, al cosiddetto 'compromesso del Lussemburgo', ovvero la possibilità di porre un veto altrimenti impossibile perché sono in gioco interessi nazionali molto importanti. In base all'agenda ufficiale del summit, di nomine si
dovrebbe comunque parlare solo venerdì, e non a caso come ultimo argomento, durante la colazione di lavoro che i leader dei 28 avranno al Justus Lipsius, dove torneranno a riunirsi come di consueto dopo la parentesi di Ypres. Alla vigilia del vertice ci si aspetta che venga formalizzata la candidatura di Juncker alla successione di Barroso, candidatura che sarà poi sottoposta al voto del Parlamento Ue il 16 luglio prossimo. Probabilmente, come chiesto dall'Italia, si definirà anche il resto del pacchetto nomine che comprende Mr Pesc, cioè l'Alto rappresentante Ue per la sicurezza e la politica estera, il presidente del Consiglio Europeo e un presidente full time per l'Eurogruppo. Ma per la  formalizzazione di queste scelte - per le quali circolano con sempre maggiore insistenza i nomi di Federica Mogherini, Helle Thorning-Schmidt e Pierre Moscovici - occorrerà forse la convocazione di un vertice straordinario subito dopo l'elezione di Juncker da parte dell'Europarlamento.
 

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