La Ue conferma le stime della crescita italiana

La Ue conferma le stime della crescita italiana

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5 maggio 2014

La Commissione europea conferma, con le sue previsioni economiche di primavera presentatea Bruxelles, le stime sulla crescita economica dell'Italia che aveva già pubblicato tre mesi fa con le previsioni d'inverno, e che vedono il Pil crescere dello 0,6% quest'anno e dell'1,2% nel 2015, dopo una riduzione dell'1,9% nel 2013. Confermati anche i dati del deficit pubblico rispetto al Pil, che è previsto al 3% nel 2013, al 2,6% quest'anno e al 2,2% nel 2015. Peggiorate, invece, in confronto alle previsioni d'inverno, le cifre del debito pubblico rispetto al Pil: 132,6% nel 2013, 135,2% quest'anno e 133,9% nel 2015. Tre mesi fa, la Commissione prevedeva rispettivamente 132,7, 133,7 e 132,4 per cento. In leggero peggioramento, sempre rispetto alle previsioni d'inverno, anche il tasso di disoccupazione: stabile al 12,2% nel 2013, aumenta al 12,8% quest'anno(rispetto al 12,6 precedentemente stimato) e al 12,5% (rispetto al 12,4) nel 2015. L'Inflazione annuale è prevista all'1,3% nel 2013, allo 0,7% quest'anno e in ripresa all'1,2% nel 2015 (nelle previsioni d'inverno era più alta, allo 0,9% quest'anno e all'1,3% nel 2015). Quanto all'area euro, la ripresa economica è data in moderata accelerazione, ma in un contesto di persistente debolezza del mercato del lavoro e dell'inflazione. La Commissione stima che dopo il meno 0,4 per cento registrato dal Pil nel 2013, quest'anno l'economia dell'unione valutaria registri un recupero dell'1,2 per cento, rafforzandosi ad un più 1,7 per cento nel 2015. Il dato 2015 rappresenta comunque una limatura rispetto al più 1,8 per cento indicato nelle precedenti previsioni. Intanto l'elevata disoccupazione, dal picco del 12 per cento raggiunto lo scorso anno segnerà una limatura all'11,8 per cento nel 2014 e all'11,4 per cento nel 2015, comunque riduzioni che invertono la tendenza dopo molti anni di peggioramento. In questo quadro l'inflazione media resterà sommessa, allo 0,8 per cento sulle media di quest'anno e all'1,2 per cento nel 2015, sempre inferiore all'obiettivo ufficiale della Bce che vuole il caro vita inferiore ma prossimo al 2 per cento.

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