Lavoro: inizio in "salita" per il governo

Lavoro: inizio in "salita" per il governo

Confcommercio: rivalutare ruolo e potenzialità del terziario Il ministro Fornero "frena" sulla cassa integrazione ma restano forti le perplessità dei sindacati e dei partiti.

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23 gennaio 2012

Il giorno dopo il primo incontro con le parti sociali sulla riforma del Lavoro il ministro Elsa
Fornero frena sul punto della trattativa che maggiormente aveva allarmato i sindacati: la stretta
sulla cassa integrazione. E lo fa sia nel merito sia nella forma: "E' stato detto che voglio eliminare quella straordinaria - ha spiegato - ma non è scritto nel documento, e non lo so. Vedremo, ne parleremo con i sindacati". E poi ancora. "Parlare già di modifiche è assolutamente prematuro: un
discorso di gradualità può essere un'ipotesi che facilita il dialogo. Non siamo entrati nell'individuazione di soluzioni sarebbe stato arrogante da parte del governo". Stop anche sul
cosiddetto "contratto unico". Neanche questo ci sarebbe nel documento in cinque punti annunciato ai sindacati ma poi non presentato per evitare rotture immediate. "Riguardo alle tipologie contrattuali - ha osservato Fornero - non c'è l'idea del contratto unica, non è scritto nel documento. Ne possiamo discutere in modo civile e ordinato". Con le parti sociali "registro che
è cominciato un dialogo" ed è positivo, noi comunque "non abbiamo indicato proposte di soluzioni, abbiamo indicato percorsi". La Fornero ha poi sottolineato che "da parte del governo non ci sono ricette precostituite" ma "qualche cambiamento sul lavoro bisognerà farlo". E infine una frecciata a sindacati e Confindustria: "non possono continuare a dire che tutto sommato il sistema funziona".
Al di là delle frenate del ministro, la Cgil resta sul piede di guerra contro l'eliminazione della cassaintegrazione. "Di fronte a un profondo processo di riorganizzazione del sistema industriale e del sistema produttivo, oltre che ad elementi diffusi di crisi - ha detto la segretaria Susanna Camusso - togliere uno strumento fondamentale per questi processi è esattamente una follia". Anche perché - ha aggiunto - "a finanziarlo sono soprattutto lavoratori e aziende". Ma anche il Pd muove critiche al governo. "Sono un po' preoccupato - ha detto il vicesegretario Enrico Letta - perché l'inizio del confronto mi è sembrato in salita, su metodo e merito". Sullo sfondo anche lo
scoglio dell'art 18. "Sono fiducioso - ha detto ancora- sulla possibilità che governo e parti sociali trovino l'accordo". Diversa la posizione del Pdl. "Non è un buon indizio - ha affermato il segretario Angelino Alfano - che sulle liberalizzazioni si proceda per decreto e sul mercato del lavoro con un disegno di legge lumaca".

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