LAVORO, SEMPRE PIU' DONNE, ATIPICI E STRANIERI

LAVORO, SEMPRE PIU' DONNE, ATIPICI E STRANIERI

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12 dicembre 2007
Istat: lavoro, sempre più donne, atipici e stranieri

Istat: lavoro, sempre più donne, atipici e stranieri

 

Sempre più atipici, sempre più stranieri, in forte aumento il numero delle donne occupate. E’ questo il mondo del lavoro descritto dall’Annuario statistico dell'Istat, che  conferma come l’occupazione nel 2006 sia cresciuta rispetto all’anno precedente segnando un progresso dell’1,9%.

L’anno scorso il numero di occupati era pari a 22 milioni 988mila unità, in aumento su base annua di 425 mila unità, con un contributo rilevante dato dalla componente straniera: il 41,9% della crescita complessiva riguarda infatti gli occupati non italiani, aumentati di 178mila unità, con una quota sul totale salita dal 5,2 al 5,9%. Nelle regioni del Nord e del Centro l’incidenza supera il 7%, mentre nel Mezzogiorno i lavoratori non italiani rimangono meno del 2,5%. Se aumenta il numero di coloro che hanno un lavoro, di pari passo cresce quello di chi ha una tipologia contrattuale “non standard�: si tratta, in sostanza, degli atipici. Quelli che hanno un contratto 'standard', vale a dire a tempo indeterminato e con orario a tempo pieno, scendono dal 77,3 al 76,1%, mentre la quota dei lavoratori permanenti a tempo parziale sale dal 10,4 al 10,7% e quella dei dipendenti a termine (a tempo pieno o parziale) dal 12,3 al 13,1%.

Dalla fotografia scattata dall’Istat emerge dunque un mondo del lavoro sempre meno tradizionale, ma anche sempre più rosa. A crescere, infatti, non è solo l’occupazione maschile, ma soprattutto quella femminile: la prima segna infatti un progresso dell’1,5% (+202mila unità), quasi il doppio dell’anno precedente, mentre ancora più sostenuto è l’andamento della componente femminile, con un incremento annuo del 2,5% (+224mila  unità), ben cinque volte superiore a quello del 2005. Le donne, insomma, contribuiscono in misura superiore rispetto agli uomini all’espansione della base occupazionale: tanto che l’incidenza delle donne sul totale degli occupati cresce di tre decimi di punto portandosi al 39,4%. Un bel salto, che tuttavia non basta ad eguagliare la media europea, dove le donne occupate sono il 44,4% del totale.

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