Le Borse "festeggiano" Obama

Le Borse "festeggiano" Obama

I mercati mondiali corrono dopo l'accordo a Washington tra Democratici e Repubblicani contro il "baratro fiscale". Il presidente americano: "primo passo per la ripresa". Spread sotto quota 290, risparmi per 50 miliardi.

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3 gennaio 2013

La lunga maratona americana per scongiurare il pericolo di un precipizio fiscale ha portato al risultato atteso: Democratici e Repubblicani hanno trovato un accordo che scaccia l'intervento congiunto di tasse e tagli automatici alla spesa da 1.200 miliardi di dollari, in grado di paralizzare l'economia Usa. Il presidente Barack Obama, pochi minuti dopo il voto finale della Camera, ha parlato di "un passo importante per rafforzare l'economia", ricordando però che si tratta solo del "primo nella lotta al deficit". Da qui alla fine di febbraio, infatti, i due fronti politici dovranno trovare un nuovo accordo per una sforbiciata alla spesa pubblica, tema di fatto espunto dalle norme sul Fiscal Cliff. Con l'accordo in cassaforte, anche se solo per qualche settimana, i mercati azionari hanno potuto finalmente brindare all'apertura del nuovo anno di scambi. A Milano, l'indice Ftse Mib ha chiuso sui massimi di giornata a +3,81% a 16.893 punti, da migliore del Vecchio Continente. Sugli scudi i titoli bancari, con Bper e Intesa Sanpaolo in testa al gruppo, sorretti anche dal calo dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp decennali e omologhi titoli tedeschi, che aveva chiuso il 2012 in area 320 punti base, è passato a quota 283 (livello segnato nel marzo 2012), con i titoli italiani che rendono meno del 4,3%. E' stato così raggiunto e superato l'obiettivo indicato da Mario Monti in più circostanze: quei 287 punti che rappresentano la metà del picco raggiunto nel novembre 2011, quando maturarono le dimissioni di Silvio Berlusconi. "Oggi lo spread tra BTP e Bund tedeschi ha finalmente toccato i 287 punti", ha scritto su twitter il premier. Durante lo scorso anno i titoli di Stato dell'area euro hanno segnato guadagni record, con l'Italia protagonista dopo l'intervento della Bce. L'indice dei titoli di Stato dell'Eurozona ha segnato +12% nel 2012, rialzo più forte dalla nascita della divisa unica. Per l'Italia l'incremento, il primo dal 2009, è stato del 21%. Proprio ieri la Germania, nel giorno in cui ha annunciato di aver registrato nel 2012 un'occupazione a livelli record, ha collocato titoli di Stato a due anni (con scadenza dicembre 2014) per 4,148 miliardi di euro registrando per la prima volta da ottobre un rendimento positivo, nello specifico pari allo 0,01% contro il -0,01% di dicembre. Sempre da Berlino sono arrivati i dati relativi all'inflazione, che a dicembre ha superato le aspettative allo 0,9%. Il conteggio annuo passa così al 2,1%. Le previsioni indicavano rispettivamente +0,7% e +1,9%. Anche per la Francia è stata una giornata di emissioni: Parigi ha collocato titoli di Stato per 6,979 miliardi, con rendimenti negativi sulla maggior parte delle scadenze. L'euforia ha contagiato anche le altre principali piazze europee: Londra +2,2%, Parigi +2,55%, Francoforte +2,19%. Giornata di gloria anche per Madrid, in rialzo di oltre tre punti, mentre gli acquisti piovono anche su Wall Street, dove il Dow Jones ha chiuso a +2,3%, mentre il Nasdaq ha guadagnato oltre tre punti percentuali. Non ha avuto particolari influenze sui mercati, dunque, il rallentamento registrato sul fronte macroeconomico, a dicembre, dell'attività del settore manifatturiero nella zona euro, che continua a risentire della debolezza della domanda sia interna che estera. Secondo l'analisi di Markit l'indice Pmi manifatturiero è sceso a 46,1 punti nell'ultimo mese del 2012, dai 46,2 di novembre, sotto le stime di 46,3 punti. Si tratta del diciassettesimo mese consecutivo di flessione. L'Italia ha fatto segnare un miglioramento (45,1 a 46,7 punti), come Francia (44,6) e Paesi Bassi (49,6). Hanno rallentato Germania (46,0) e Spagna (44,6). Quanto agli Usa, l'indice Ism manifatturiero di dicembre è salito a 50,7 punti da 49,5 del mese precedente. Il dato è migliore delle attese degli analisti, che scommettevano su un aumento a 50,5. Il superamento della soglia di 50 punti indica il ritorno all'espansione delle attività economiche.

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