Le proposte di Confcommercio per una nuova politica ambientale

Le proposte di Confcommercio per una nuova politica ambientale

La Confederazione ha predisposto un "Manifesto" con gli interventi giudicati necessari per la messa a regime del nuovo codice dell'ambiente. L'obiettivo è una politica ambientale compatibile con le esigenze della produzione, del commercio e del consumo.

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5 luglio 2007
Le proposte di Confcommercio per una nuova politica ambientale

Le proposte di Confcommercio per una nuova politica ambientale

 

Ogni anno le imprese interessate dall’iter gestionale dei rifiuti devono compilare tre milioni di moduli, impiegando 50 milioni di ore di lavoro e spendendo oltre 800 milioni di euro. Il costo medio annuo per adempimenti burocratici ambientali è di oltre 15mila euro. Una situazione frutto soprattutto di una legislazione complessa e difficilmente applicabile, che si spera possa essere superata grazie alle nuove disposizioni a tutela dell’ambiente contenute nel decreto legislativo numero 152, entrato in vigore il 29 aprile scorso. 

La nuova normativa, però, presenta numerosi problemi di carattere conoscitivo, interpretativo ed  applicativo, visto che sono previsti circa 110 decreti attuativi per la completa messa a regime della riforma. E’ per questo che Confcommercio, avvalendosi dei contributi di idee ed esperienze dell’intero sistema associativo, ha predisposto il

“Manifesto per una nuova politica ambientale� che contiene gli indirizzi di intervento sia per la revisione, la modifica o l’integrazione della normativa di settore, che per la corretta predisposizione dei decreti attuativi. Nel documento sono evidenziate le priorità necessarie per una nuova politica ambientale che sia rispettosa della salvaguardia del patrimonio esistente, ma al tempo stesso compatibile con le esigenze della produzione, del commercio e del consumo.

Il Manifesto analizza numerose e complesse problematiche: dalla nozione di rifiuto alla semplificazione nella tenuta dei registri di carico e scarico; dall’ottimizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti allo snellimento delle modalità di iscrizione all’Albo Gestori. Le proposte sono davvero numerose e puntuali. Solo per citare alcuni esempi, si suggerisce l’abrogazione dell’obbligo di vidimazione per i registri di carico e scarico dei rifiuti e del certificato di avvenuto smaltimento; il riconoscimento di uno status privilegiato alle aziende certificate ISO 14000 o EMAS o insignite del marchio Ecolabel; l’estensione agli automercati della possibilità di ritiro dei veicoli fuori uso; la costituzione di un consorzio obbligatorio unico per la gestione delle batterie e degli oli esausti.

 

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