Legalità e sicurezza: l'allarme delle imprese

Legalità e sicurezza: l'allarme delle imprese

Cresce la sensazione di insicurezza negli imprenditori. Il Centro-Nord è vittima di furti e rapine, il Sud è soffocato da racket ed usura. Il dato emerge dall'indagine Confcommercio - Gfk Eurisko presentata a Palermo al convegno su "Legalità e sicurezza".

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18 ottobre 2007
Legalità e sicurezza: l’allarme delle imprese

Legalità e sicurezza: l’allarme delle imprese 

 

Cresce la sensazione di insicurezza negli imprenditori italiani. Secondo il 37%, negli  ultimi due-tre anni i reati sono aumentati. Se al Centro-Nord,  però, ad allarmare sono furti e rapine, il Sud avverte con  timore sempre maggiore la pressione di racket ed usura. Il dato emerge dall’indagine di Confcommercio e Gfk Eurisko dal titolo “La mappa della criminalità regione per regione�, presentata a Palermo in occasione del convegno su “Legalità e sicurezza� al quale sono intervenuti il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il sottosegretario del Ministero dell’Interno, Ettore Rosato, il Commissario straordinario antiracket e antiusura, Raffaele Lauro, il vicepresidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia e il presidente di Confcommercio Sicilia, Roberto Helg. Lo studio fotografa un Paese diviso a metà sulla tipologia dei reati percepiti in crescita, ma unito sulle misure da adottare per aumentare la sicurezza delle imprese. In cima alle richieste degli imprenditori, l’analisi riguarda gli operatori  del commercio, del turismo e dei servizi, la certezza della pena e una maggiore protezione sul territorio. Dall’analisi emerge che il 'peggioramento dei livelli di  sicurezza', denunciato da oltre un terzo degli intervistati, (solo il 4% parla di un miglioramento della situazione, mentre la maggioranza la giudica stabile), e' particolarmente sentito nel Nord-Est e in alcune regioni del Centro. Il 49% degli  imprenditori dell'Emilia Romagna ha la sensazione che i reati  siano cresciuti. Seguono la Toscana (44%), il Veneto (42%), l'Umbria e le Marche (41%). Più ottimiste Puglia e Sicilia, dove, rispettivamente l'8 e  il 7% delle imprese, parla di incrementi dei livelli di  sicurezza. Al Sud, però, gli intervistati avvertono un  sensibile aumento di estorsioni ed usura. La morsa del racket è avvertita sempre di più in Campania, Calabria e Basilicata;  mentre quella dell'usura in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e  Sicilia. Sulle misure di contrasto e prevenzione del crimine, il 53%  degli imprenditori (con percentuali maggiori in Liguria,  Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna) invoca certezze nelle pene  e il 50% (in particolare in Sicilia, Emilia Romagna e Lazio) maggiore protezione sul territorio. Infine, sempre tra le misure anticrimine chieste dagli  imprenditori, il 35% indica una maggiore collaborazione con le  forze dell'ordine. Su questo aspetto, però, i numeri la dicono lunga sulle differenze tra le regioni: se in Trentino e Friuli a  chiedere cooperazione con polizia e carabinieri sono il 49% degli imprenditori, in Sicilia dello stesso avviso è solo il 25% degli esercenti.

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