LEGGE BIAGI: UNA RIFORMA "MODERNA"

LEGGE BIAGI: UNA RIFORMA "MODERNA"

Sabato scorso manifestazione a Roma a sostegno della legge. Berlusconi "legge di modernità". Bonanni e Angeletti: "ha prodotto risultati positivi". Maroni: "la Biagi sta funzionando". Casini: "ha modernizzato il Paese".

DateFormat

22 ottobre 2007
Legge Biagi, una riforma “moderna�

Legge Biagi, una riforma “moderna�     

 

La legge Biagi ed il pacchetto Treu sono leggi di modernizzazione e insieme hanno creato, in dieci anni, circa 3 milioni di nuovi posti di lavoro. E' questo il messaggio arrivato sabato dalla manifestazione organizzata dal comitato per la difesa e l'attuazione della legge Biagi svoltasi a poche ore dall'avvio della manifestazione indetta da Liberazione e Il Manifesto e dal periodico 'Carta' a cui ha aderito tutta la sinistra  radicale. Un convegno “trasversale� al quale hanno partecipato esponenti politici di vari schieramenti ed anche i sindacati Cisl e Uil. Presente all'iniziativa anche la moglie del giuslavorista assassinato dalle Br, Marina Biagi. “La legge Biagi è una legge di modernità e va difesa�, ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato al convegno. Una legge “che è stata segnata da ingiustificati conflitti culminati nell'assassinio del suo autore e che sono orgoglioso di aver convertito in legge. Sono per altro ancor più lieto di constatare che il consenso su questa legge ha superato i confini della nostra coalizione. E ciò e' utile per il paese�. “Difendere l'opera di Marco Biagi significa dare compiuta attuazione alla legge, completare il sistema dei servizi che  proteggono chi cerca lavoro, ridurre il prelievo fiscale e  contributivo con particolare riguardo alle parti del salario che  sostengono la competitività delle imprese�, ha proseguito l'ex  premier. Una posizione condivisa dall'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. “La legge Biagi va difesa perché è una legge di modernizzazione�, ha spiegato, sottolineando come “ci sono due Italie, una riformista ed un'altra attardata sul post '68, reazionaria anche se sfila con le bandiere rosse�, ha detto rivolto  alla manifestazione della sinistra radicale. “Quando un governo sfila contro se stesso - ha commentato  Casini- è segno di una crisi grave da cui forze non si può tornare indietro. C'e' un'Italia riformista e non capisco perché dopo 15 anni di bipolarismo lacerante non si riesca a mettersi insieme�. Difende la Biagi anche l'ex ministro del Welfare, Roberto Maroni. “La legge Biagi sta funzionando, soprattutto la sua filosofia che e' quella di fornire una flessibilità regolata con diritti e tutele. Per questo bisogna applicarla, non manometterla�. Dalla parte della legge Biagi anche l'ex senatore Ds, Franco  Debenedetti. “Ha prodotto effetti positivi perché ha consentito un aumento dell'occupazione e una trasformazione in rapporti a tempo  indeterminato della maggior parte dei contratti�, ha detto  Debenedetti. No a modifiche anche per il presidente della regione  Lombardia, Roberto Formigoni. “La legge Biagi non deve essere modificata e meno che mai eliminata. Ha bisogno di essere integrata con un salto di qualità nella riforma del welfare. Ovvero servono nuove garanzie e nuove tutele. Tale riforma deve innovare gli  strumenti oggi esistenti facendoli diventare risorse finalizzate  all'inclusione sociale attraverso il lavoro�, ha sollecitato il governatore della Lombardia in un messaggio inviato al convegno. “Cancellare o stravolgere la Biagi significherebbe abrogare i  relativi decreti di attuazione e svariate normative regionali che toccano tutti i profili del nostra mercato del lavoro, a partire dalla organizzazione e disciplina dei servizi per l'impiego sino a giungere  ai contratti di apprendistato che rappresentano il principale canale  di contrasto del precariato e di sostegno alla disoccupazione  giovanile�. Ad aderire al convegno anche Cisl e Uil, firmatari del patto per l'Italia che conteneva le norme della legge Biagi. “Sono norme che hanno funzionato. Oggi però la legge Biagi va sviluppata  per garantire piu' salario a chi e' piu' flessibile. Questo era il  disegno di Marco Biagi�, ha detto il leader della Cisl, Raffaele  Bonanni. “La precarieta' non si supera per legge ma con norme che  consentano di pagare di piu' la flessibilita'", ha aggiunto Bonanni  chiarendo che la sua adesione all'iniziativa del Comitato per la  difesa e l'attuazione della legge Biagi e' stata l'adesione ad un  seminario bipartisan "perche' mi interessa discutere di problemi del  lavoro". Chiuso il capitolo Welfare, inoltre, per Bonanni e' l'ora di  rilanciare "un'iniziativa salariale soprattutto in difesa dei  lavoratori flessibili agendo su la parte contrattuale e fiscale". In difesa della riforma del mercato del lavoro, anche il leader  della Uil, Luigi Angeletti. "Il pacchetto Treu e la legge Biagi vanno  difese perche' hanno portato risultati positivi. E per questo non  capisco quali obiettivi si possa porre la manifestazione di oggi  pomeriggio", ha osservato Angeletti. "Sono state tante le cause che  hanno portato alla creazione di 3 milioni di posti di lavoro in piu',  dalla sanatoria per gli immigrati all'emersione dei lavoratori in  nero. Le nuove regole, dunque-ha concluso il leader della Uil- hanno  funzionato. Hanno fanno emergere il lavoro in nero e trasformato i  Co.Co.Co che erano un ibrido". “La Legge Biagi - ha  rilevato Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato- e' in una  linea di continuita' con il Pacchetto Treu, e pone al centro delle  relazioni sindacali la logica della partecipazione e non il conflitto, valorizzando la bilateralita' e la contrattazione di secondo livello, vale a dire le esperienze peculiari della cultura partecipativa espressa dall'artigianato�.

E' Confcooperative a puntare l'indice contro il fronte massimalista del paese. "Gli anni di odio e le polemiche nei confronti della Biagi sono un falso ideologico. Il vero problema del Paese e'  l'ampio fronte massimalista che frena ogni processo evolutivo.

Dobbiamo cambiare o il Paese non avra' futuro con questi schemi  conservatori�, ha commentato Luigi Marino, presidente di Confcooperative.  

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca