Il “ritorno al futuro” della cultura

Il “ritorno al futuro” della cultura

Impresa Cultura Italia ha presentato il Libro Bianco sulla spesa e sui comportamenti di consumi di beni e servizi culturali in Italia.

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16 luglio 2024

Impresa Cultura Italia-Confcommercio ha presentato il Libro Bianco sulla spesa e sui comportamenti di consumi di beni e servizi culturali in Italia, una lettura longitudinale frutto delle rilevazioni realizzate negli ultimi cinque anni dal suo Osservatorio realizzato con SWG. La presentazione è avvenuta nella sala immersiva del MEET Digital Culture Center, il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo. L'evento è stato patrocinato da Fondazione Fiera Milano. All’interno del volume è raccolta un’analisi complessiva delle evoluzioni dei consumi culturali in Italia nel corso di questi ultimi anni, comparando i consumi pre-pandemia, in periodo pandemico e post pandemia. Grazie agli osservatori periodici è stato possibile analizzare l’evoluzione dei consumi culturali, individuando le nuove preferenze dei consumatori nei vari comparti del settore. Assieme a Edoardo Prati, divulgatore di letteratura classica, hanno discusso del volume di Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio; Domenico Barbuto, Segretario Generale di AGIS; Valentina Garavaglia, Prorettore Vicario dell’Università IULM; Marco Minicucci, Direttore Strategia e Marketing di Milano & Partners; e Vasiliki Pierrakea, Vicepresidente di Fondazione Fiera Milano.

Il commento di Carlo Fontana 

Secondo il Presidente di Impresa Cultura Italia – Confcommercio, Carlo Fontana "in questi cinque anni di Osservatori sui comportamenti e sui consumi culturali in Italia abbiamo voluto aprire uno spazio di riflessione sulla cultura come fattore di sviluppo e progresso per l’intera società, nonché autentico motore di crescita economica. La pandemia ha scosso il nostro sistema culturale, ma tali avversità sono diventate un’opportunità di trasformazione e innovazione. Siamo stati obbligati ad esplorare nuove strade, accelerando in particolare sulla rivoluzione digitale che altrimenti avrebbe richiesto anni per compiersi. Ciò che è emerso è che la cultura non ha mai perso il suo ruolo di elemento qualificante dei territori, bensì è diventata ancora più cruciale. È dunque fondamentale che l’offerta culturale evolva insieme alla domanda per raggiungere pubblici nuovi, promuovendo una futura sinergia sempre più proficua tra cultura, turismo e territorio”. "Nell’ultimo quadriennio il sistema culturale italiano ha dovuto affrontare una crisi imprevedibile ma che oggi appare superata con nuovo posizionamento dei consumatori ad una offerta che, nel contempo, è fondamentalmente cambiata. Il Covid ha segnato il rapporto tra italiani e cultura non tanto per il livello di scelte di consumo, quanto per l’impatto che un’esperienza ha avuto sulla vita di ciascuno di noi. Così, se ancora nel dicembre del 2021 il 55% degli italiani riteneva che il proprio rapporto con la cultura fosse cambiato poco rispetto al periodo pre-pandemico, sei mesi dopo la percezione è ancora più profonda (66%)".

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