Mattarella: "L’Italia è quella dell’altruismo e del dovere. Non quella di chi truffa”

Mattarella: "L’Italia è quella dell’altruismo e del dovere. Non quella di chi truffa”

Il capo dello Stato, intervenendo per la prima volta da una sala più informale del Quirinale, ha rivolto un invito ai cittadini perché guardino l'Italia dal di fuori e riconoscano la sua vera identità.

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2 gennaio 2020

Guardare l’Italia dal di fuori, addirittura dallo spazio, per rendersi conto della sua identità. Sinonimo, per tutti, di “sapienza, genio, armonia, umanità“. Ricordare che l'”Italia vera è una sola”, ed è “quella dell’altruismo e del dovere, non quella di chi truffa”. Un Paese che, spesso, “si dà da fare in silenzio”. E’ stato questo l’augurio di Sergio Mattarella ai suo concittadini nel messaggio di fine anno trasmesso in diretta dal Quirinale: riuscire nel 2020 a guardarsi dal di fuori per capire dove si vuole andare e come. Il capo dello Stato ha parlato per la prima volta non dall’ormai celebre “studio alla Palazzina”, ma da un’altra sala del Colle (sala Tofanelli) meno nota e più informale. Un modo per arrivare a tutti e mostrare – è una delle sue più grandi preoccupazioni – sempre più vicinanza ai cittadini. Ha parlato quindi del futuro, della necessità di immaginarsi nuovi obiettivi e avere speranza. Ha ricordato i sacrifici degli italiani onesti: dai Vigili del fuoco morti vicino ad Alessandria in un incendio provocato per una truffa all’assicurazione al sindaco di Rocca di Papa, morto per mettere in salvo i suoi dipendenti. Ha reso omaggio ai giovani, i primi a essersi resi conto dell’importanza delle battaglie per il clima che non possono più essere rimandate. Infine ha chiesto alle istituzioni di lavorare sulla “fiducia” e sul senso di “responsabilità”. E, in questi mesi di grandi mobilitazioni di piazza, ha ricordato l’importanza del “civismo”, che “argina aggressività, prepotenze, meschinità, lacerazioni delle regole della convivenza”. E, tra le tante cose, ha scelto di citare la frase di un’associazione di disabili: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi“. Quindi ha chiuso come aveva cominciato, proprio appellandosi a chi vede l’Italia dallo spazio: l’astronauta Luca Parmitano. “Da lassù”, ha concluso, “avverte quanto appaiano incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto”. E ha lasciato un messaggio che Mattarella, a sua volta, ha rivolto agli italiani: “La speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere“.

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