Mercato dell’auto, anche il 2021 parte male

Mercato dell’auto, anche il 2021 parte male

Immatricolazioni in forte calo anche a gennaio (-19,7%) per il settimo mese consecutivo. In controtendenza il mercato dell’usato che cresce del 34%.

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1 febbraio 2022

Il 2022 del mercato dell’auto inizia così come era finito il 2021, in negativo. A gennaio i dati del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili evidenziano infatti il settimo mese consecutivo in calo, con 107.814 autovetture immatricolate contro le 134.198 dello stesso mese dell'anno precedente, con una diminuzione di quasi il 20% (19,7%, per la precisione). I trasferimenti di proprietà sono stati 348.137 rispetto ai 259.244 di gennaio 2021, con un aumento del 34%. Il volume globale delle vendite mensili ha dunque interessato per il 23,65% vetture nuove e per il 76,35% vetture usate.

Sulla base dei dati di immatricolazione del Ministero delle Infrastrutture, il Centro studi e statistiche dell'Unrae ha effettuato una stima del mercato dei veicoli industriali per il mese di gennaio 2022. Rispetto all'anno precedente si è registrato un lieve rialzo. I mezzi pesanti, che coprono l'88% delle vendite con poco più di 2mila veicoli immatricolati, sono cresciuti del 3,6% rispetto al 2021, mentre la fascia da 3,51 a 16 tonnellate è diminuita del 20%.

"Il lieve incremento complessivo - ha commentato il presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, Paolo Starace - dell'1% di gennaio 2022, dopo il rimbalzo dello scorso anno, che già a gennaio era cresciuto del 4,5% rispetto al 2019, fa pensare all'esaurimento delle spinte che avevano sostenuto il mercato nel 2021".

Inoltre, secondo i dati dell'Unione, le difficoltà riscontrate nei mesi scorsi dai costruttori nella produzione, si risolveranno entro il periodo estivo, permettendo al settore di ripartire. "Alcuni segnali però di rallentamento - ha aggiunto Starace - negli indici della produzione industriale, alla quale è più legato il mercato dei veicoli industriali, tendono a raffreddare le attese più ottimistiche".

Inoltre i recenti aumenti del costo del gas hanno colpito duramente il segmento dei mezzi alimentati a Gnl (gas naturale liquefatto, ndr), che fino ad oggi era stato favorito grazie agli incentivi da parte dello Stato e al basso costo del carburante, contribuendo a riportare le preferenze verso i motori a diesel. 

"Tutto ciò rende sempre più necessario intervenire per favorire il ricambio del parco circolante, ancora in maggioranza composto da veicoli ante Euro 4, sia per contribuire alla transizione ecologica sia per consentire una corretta strategia produttiva al settore", ha concluso Starace. 

Unrae: “Italia fanalino di coda in Europa per le politiche ‘green’”

"Ci auguriamo che adesso, finalmente, il Governo riprenda in mano i dossier, come quello dell'automotive, che negli ultimi mesi sono stati completamente trascurati". Così il presidente dell'Unrae, Michele Crisci, che specifica: "l'elenco delle misure auspicate dall'Unrae parte dalla necessità di dare rapida attuazione ai piani previsti dal Pnrr per le reti di infrastrutture dei veicoli elettrici, con un cronoprogramma puntuale su come investire le risorse stanziate. È urgente, inoltre, portare avanti i progetti del Ministero dello sviluppo economico a sostegno dell'acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel nostro Paese. E, infine, allineare la fiscalità italiana dei veicoli aziendali a quella dei principali major market europei per rendere competitive le imprese italiane. Si tratta di misure imprescindibili per supportare la transizione ecologica a vantaggio di aziende, lavoratori, consumatori e dell'intera collettività. Senza interventi, la transizione ecologica verrà fortemente rallentata se non interrotta e l'Italia rischierà di rimanere fanalino di coda nelle politiche green rispetto a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito”.

 

Federauto: “si apre un altro anno all’insegna dell’incertezza”
 

"Il ritardo delle decisioni governative ha restituito già nel primo mese dell'anno un volume di immatricolazioni al di sotto dei livelli degli ultimi quattro anni e con una consistente riduzione degli ordini, anche delle elettriche, che impatterà nei mesi successivi". Lo afferma Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, secondo il quale "è evidente come, con questi numeri, la domanda di sostituzione del parco circolante più vecchio con veicoli green risulta totalmente inadeguata agli obiettivi attesi". Per Federauto, "non è più procrastinabile una presa di posizione del Governo sulla strategia pluriennale per accompagnare il settore automotive nella difficile e complessa transizione energetica. Serve passare dalle buone intenzioni ad azioni tangibili e coordinate, attraverso la reintroduzione dell'ecobonus in logica triennale, un forte potenziamento dell'infrastruttura di ricarica pubblica e privata, soprattutto autostradale, e la revisione sostanziale della fiscalità sulle flotte aziendali, così da traghettare cittadini e imprese nel nuovo modello di mobilità elettrica, altrimenti le ricadute economiche, occupazionali e sociali della dirompente trasformazione in atto, che oltretutto risulta stressata dalla perdurante carenza dei microchip, dal caro energia e dalla crescita dell'inflazione, non saranno accettabili".

 

 

Di

Veronica Mancino

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