Il mercato dell'auto ritrova il segno più

Il mercato dell'auto ritrova il segno più

Grazie all'effetto-incentivi, a giugno immatricolazioni in aumento del 15,02% rispetto allo stesso mese di un anno fa. In frazionale aumento anche ii trasferimenti di proprietà (+0,85%).

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1 luglio 2024

Dopo la frenata del mese precedente, a giugno torna a crescere il mercato automobilistico italiano, con le immatricolazioni che si sono attestate a quota 160.046 contro le 139.150 dello stesso mese del 2023, in rialzo del 15,02%. Un risultato che porta il totale dei primi sei mesi dell’anno a 886.386 immatricolazioni contro le 841.573 dello stesso periodo del 2023, con un incremento del 5,32%.

I trasferimenti di proprietà sono stati 420.804 contro i 417.251 registrati a giugno 2023, con un aumento dello 0,85%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 580.850, ha dunque interessato per il 27,55% vetture nuove e per il 72,45% vetture usate.

Federauto: “tante incognite sulla transizione ecologica”

"Il repentino esaurimento dei 201 milioni stanziati per la fascia emissiva ecobonus 0-20 g/km di Co2 ha destato molta sorpresa tra i concessionari, in quanto solo un ristretto numero (l’8% secondo un’indagine interna alla Federazione) ha potuto soddisfare integralmente gli ordini di auto elettriche in portafoglio, mentre mediamente circa il 33% degli acquirenti interessati all’acquisto di un auto BEV è rimasto senza incentivi". Così Massimo Artusi, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto aderente a Confcommercio.

“Nel corso di un recente incontro tenutosi al Mimit, abbiamo chiesto, oltre ad un rifinanziamento della fascia con più basse emissioni limitata ai cittadini, un approfondimento su quanto accaduto il 3 giugno scorso, il giorno di apertura della piattaforma per l’inserimento delle prenotazioni, per comprendere un fenomeno quanto mai insolito per il mercato italiano, soprattutto alla luce delle dinamiche finora osservate. Vedremo l’impatto di questa nuova edizione degli incentivi statali nelle immatricolazioni che verranno registrate nei prossimi mesi e fino a marzo 2025 ma è chiaro – prosegue Artusi -c he senza una condivisione della strategia di come supportare le tecnologie più pulite, anche considerando gli effetti negativi sui prezzi determinati dall’incremento aggiuntivo dei dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, gli interrogativi che gravano pesantemente sulla transizione ecologica, rimangono insoluti”.

“Per offrire un quadro di azione virtuoso, stimolare in modo strutturale la domanda interna e accelerare sullo svecchiamento e sulla sicurezza del parco circolante, evitare una disparità delle condizioni di mercato per effetto di incentivazioni che funzionano a singhiozzo e una perdita di competitività lungo la filiera, serve un segnale chiaro da parte del Governo. Come opportunamente evidenziato nelle raccomandazioni della Commissione europea (pubblicate lo scorso 19 giugno) sulle politiche di bilancio specifiche per l’Italia - conclude Artusi - occorre intervenire sul sistema fiscale italiano allineando la tassazione per le auto aziendali”.

Unrae: "il Governo indichi quale strada vuole percorrere"

“Con l’apertura della piattaforma per la prenotazione degli incentivi il 3 giugno scorso il mercato ha avuto una buona accelerazione. Purtroppo, essendo questi terminati in sole nove ore, moltissimi acquirenti interessati non hanno potuto usufruirne. Lo stanziamento di poco più di 200 milioni del fondo per la fascia 0-20 g/Km di Co2 si è dimostrato insufficiente per coprire tutte le richieste dei clienti, una situazione che si riflette oggi sulle acquisizioni di nuovi ordini, sostanzialmente in stallo. Pertanto, ci aspettiamo che i 240 milioni di fondi residui già stanziati per gli incentivi, possano prontamente essere resi disponibili dal Governo, al fine di favorire la transizione energetica e ridurre il perdurante gap con i mercati più evoluti”: è il commento del presidente dell’UnraeMichele Crisci, per il quale “è urgente che il Governo indichi quanto prima quale direzione vuole percorrere per favorire il percorso di transizione, sia per il necessario e attuale rifinanziamento del fondo, sia sulla strategia da seguire nei prossimi 2-3 anni”.

 

Unrae, inoltre, “auspica  che vengano convocati al più presto i tavoli interministeriali dedicati alla fiscalità, al fine di rivedere il regime tributario delle vetture aziendali. Da tempo chiediamo che tale revisione venga inclusa quanto prima nei decreti attuativi della delega fiscale. Ciò è fondamentale per rilanciare la competitività delle imprese del settore automotive, nonché per valorizzare il contributo che le stesse - grazie al veloce ricambio dei veicoli aziendali - possono fornire per accelerare il rinnovo del parco circolante, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza stradale”.

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