Ad aprile l'indice Confcommercio si è attestato a 11,5 punti, in calo di tre decimi di punto rispetto a marzo. Disoccupazione estesa giù al 7,6%, lieve aumento dei prezzi per beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.

Anche ad aprile il Misery Index Confcommercio (link al documento in pdf) ha fatto segnare una riduzione attestandosi a quota 11,5 punti, tre decimi di punto in meno rispetto a marzo, raggiungendo così il livello più basso da fine 2008 (qui la nota metodologica del disagio sociale). È l’effetto di una riduzione della disoccupazione estesa (scesa al 7,6% dal 7,8%) e di un lieve aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,6% rispetto al 2,5% del mese precedente).  

Una variazione, quest’ultima che secondo l’Ufficio Studi Confcommercio “non desta particolari preoccupazioni in considerazione del fatto che, stando alle prime stime, a maggio la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si dovrebbe confermare al 2,6%”. Quanto al mercato del lavoro, “non sembra mostrare segnali di inversione di tendenza. L’accresciuta richiesta da parte delle imprese che operano nei servizi a più alta intensità di lavoro (in particolare il turismo) potrebbe, infatti, continuare a favorire l’assorbimento di forza lavoro almeno fino ai mesi estivi”. Una situazione che però “potrebbe modificarsi con l’inizio dell’autunno nel momento in cui le criticità presenti in alcuni settori, evidenziate dal permanere delle ore autorizzate per le varie forme di integrazione salariale su livelli decisamente superiori a quelli del 2019, potrebbero dar lungo a un peggioramento”.